Lavezzola, il funerale di Diotalevio, l'Alpino delle sette vite

Era gremita la chiesa di San Maurelio di Lavezzola per l'ultimo saluto al 97enne morto al San Pier Damiano Hospital di Faenza

I funerali si sono svolti nel pomeriggio (Scardovi)

I funerali si sono svolti nel pomeriggio (Scardovi)

Lavezzola (Ravenna), 17 gennaio 2019. Era gremita oggi pomeriggio la chiesa di San Maurelio di Lavezzola per i funerali di Diotalevio Leonelli (foto), l‘Alpino ‘dalle sette vite’ spentosi lunedì scorso all’età di 97 anni al San Pier Damiano Hospital di Faenza. Davvero tante le ‘penne nere’ che hanno voluto salutare per l’ultima volta l’unico loro ‘collega’ della Sezione Emiliano-Romagnola, reduce della campagna di Russia 1942-43 e sopravvissuto alla battaglia di Nikolajewka, ad essere ancora in vita.

Oltre naturalmente agli Alpini di Conselice di cui Diotalevio era capogruppo onorario e nella cui sede di via Roma era stata allestita la camera ardente, erano presenti rappresentanze di penne nere della Sezione di Brescia, nonché circa 25 gruppi di Alpini della Sezione Bolognese Romagnola. Molto apprezzata è stata inoltre la presenza dei Bersaglieri della sezione ‘Fausto Beretta’ di Argenta (Fe) nonché quella del 101enne lughese Alfredo Dini . Per l’amministrazione comunale di Conselice era presente l’assessore Raffaella Gasparri. Presente anche personale della locale Stazione dei Carabinieri.

A celebrare le esequie è stato l’amministratore parrocchiale, don Francesco Ceccotto. Uno dei momenti più toccanti della cerimonia è stato senz’altro quello in cui le penne nere hanno intonato ‘Signore delle cime’. Altrettanto commovente è stato il discorso di Massimo Toschi (uno dei nipoti di Diotalevio) come pure il ‘Silenzio’ fuori ordinanza suonato sul sagrato, all’uscita della chiesa. Di origine contadine, ‘Talevi’ (così lo chiamavano amici) era stato lavoratore agricolo ed in seguito autotrasportatore. Nato a Lavezzola il 14 novembre 1921, l’Artigliere Alpino Diotalevio Leonelli era sul fronte russo in forza alla 36ma batteria, Gruppo Val Piave, 3°Reggimento, Divisione Julia. Dopo l’8 settembre sfuggì alla cattura dei tedeschi entrando nelle fila della Resistenza.

Attraverso il suo libro ‘L’Alpino dalle sette vite sul fronte russo’ (titolo derivante dal fatto che sfuggì altrettante volte alla morte, ndr), curato dal nipote Massimo Toschi, ha voluto testimoniare un’esperienza che, come ha più volte ribadito “non auguro neppure al mio più grande nemico”, auspicando che “possa far capire la tragedia della guerra a chi a chi queste drammatiche esperienze non le ha vissute, soprattutto ai giovani”. Fino a pochi mesi fa erano frequenti le sue partecipazioni a conferenze e incontri in cui raccontava, anche nelle scuole, la sua terribile esperienza. Ora Diotalevio, che lascia la moglie Olga e i figli Alida e Armando, riposa nel cimitero della ‘sua’ Lavezzola. Anche uno dei suoi ultimi desideri, ossia quello di devolvere le offerte a favore della 'Scuola della Bonta' - Scuola Nikolajewka di Brescia per persone con disabilità, è stato esaudito.