Furti a Ravenna, notte di raid in centro storico

Spaccata la vetrina del Costa cafè, circa 4000 euro di danni. Colpito anche il bar Belli

Ravenna, la porta d’ingresso del Costa Cafè dopo il furto (Foto Zani)

Ravenna, la porta d’ingresso del Costa Cafè dopo il furto (Foto Zani)

Ravenna, 16 novembre 2018 - Riuniti davanti al bar, li si vede mentre si adoperano per entrare. Si lanciano contro il vetro già preso a sprangate, si massaggiano le spalle doloranti e poi entrano e arraffano ciò che trovano, lasciandosi dietro una scia di migliaia di euro di danni. Dino Dalfiume, titolare del centralissimo Costa cafè in piazza Andrea Costa, guarda le immagini delle telecamere fuori dal suo locale e scuote la testa: per lui è già la terza notte da dimenticare in due anni. «Ho due bar anche a Mezzano, e lì sono venuti tante volte per le macchinette slot – dice –. Mi hanno sfondato più volte le vetrine, fatto buchi nel muro, trascinato via i videopoker. E in effetti dentro a quelle macchinette ci sono spesso cifre ragguardevoli. Ma qui, in centro, non pensavo che fosse possibile. Cosa vuoi mai trovare in un bar del centro, senza slot?».

E in effetti il bottino è stato scarso: i ladri hanno portato via il registratore di cassa e la bottiglia sul bancone con le offerte dei clienti per le bariste. In totale una cifra tra i 400 e i 500 euro: «Erano in quattro, si vede dalle immagini delle telecamere – prosegue – e questo significa che hanno fatto tutta sta fatica per 100 euro a testa, una cifra ridicola. In compenso però hanno spaccato la porta, che solo quella vale 3000 euro, e portato via il registratore che ne vale altri 1000. Per me è una perdita di circa 4500 euro. Senza contare che al terzo furto l’assicurazione non risponde più: e pensare che mi era appena arrivato il rimborso dell’ultima visita dei ladri, lo scorso luglio, di 1100 euro. Ma stavolta è più grave».

I ladri sono entrati nel cuore della notte, spaccando il vetro della porta con un piede di porco. Ma siccome non voleva muoversi, l’hanno presa anche a calci e spallate: «Li si vede massaggiarsi le spalle nel filmato, quindi per quei 100 euro si sono pure fatti male – aggiunge Dalfiume –. L’allarme ha squillato nel mio telefono, ma quando sono arrivato era tardi. Dal video si vede che hanno impiegato 3 o 4 minuti per rompere la porta e 20 secondi per arraffare tutto. Ho ritrovato anche la bottiglia per le mance delle bariste, era per terra in via IV Novembre e c’erano delle tracce di sangue: l’ho tenuta per portarla ai carabinieri. Le ragazze avevano raccolto circa 200 euro, e pensare che volevano andare a cena fuori... Ora valuterò di mettere più misure di sicurezza: a Mezzano ho installato inferriate doppie e lastre d’acciaio nel muro, qui però, nel bel contesto del centro, mi sembra orribile. Sto valutando serrature più complesse».

Il Costa però non è l’unico bar preso di mira dai malviventi. La stessa sorte, fortunatamente con molti meno danni, è capitata anche al bar Belli di via Raul Gardini: «È successo tutto alle 2.30 – racconta la titolare –. Hanno forzato la serratura con un piede di porco, poi sono entrati e hanno portato via il registratore e il fondo cassa, c’era anche un po’ di incasso ma ora non saprei dire quanto. Io sono stata avvisata dai carabinieri, chiamati a loro volta da un passante che ha notato dei movimenti strani. Ora stiamo guardando le telecamere, ma a livello psicologico è un brutto colpo. Ora cerchiamo di guardare avanti, al primo dj set che abbiamo organizzato qui al bar per questa domenica». Forse nel tragitto tra un locale e l’altro, i malviventi hanno tentato di entrare anche all’hotel Byron, ma senza successo. Il portinaio infatti li ha messi in fuga: «Il mio collega ha visto due ombre che tentavano di forzare la porta sul retro, quella su via Matteotti, e ha tirato giù le serrande. Loro se ne sono andati. Ha detto che sembravano giovani e incappucciati» spiega il receptionist diurno, Marco Magnani. Ora resta la paura: «Di solito quella porta la teniamo aperta di giorno, ma oggi l’ho chiusa. Questi furti sono allucinanti. E oltretutto qui non c’è niente da rubare».