REDAZIONE RAVENNA

Furto a villa Gardini. In aula Maria Speranza

Un 32enne marocchino rubò l’Audi A5 della figlia di Raul e fu arrestato in Germania, facendo tre anni di carcere. A luglio la sentenza a Ravenna.

Maria Speranza Gardini in tribunale come testimonia del furto in villa (. Foto Corelli

Maria Speranza Gardini in tribunale come testimonia del furto in villa (. Foto Corelli

Era attesa ieri in aula come testimone, ma alla fine non ha deposto: Maria Speranza Gardini, figlia dell’indimenticato Raul Gardini, si è presentata al tribunale di Ravenna per raccontare il furto subito il 4 agosto 2021 nella villa di famiglia in via Canale Molinetto. Tuttavia, poiché non era presente al momento del colpo, i giudici, con l’accordo di procura e difesa, hanno deciso di acquisire direttamente la denuncia sporta allora, ritenendola sufficiente.

Il furto avvenne all’alba. La famiglia era assente e, al rientro, trovò il cancello sfondato e l’Audi A5 sparita. Dalle telecamere di sorveglianza si poté ricostruire la dinamica: un giovane, entrato probabilmente con l’intenzione iniziale di rubare poco (aveva già caricato su una Graziella una tanica di benzina e una motosega presi da un capanno degli attrezzi), si sarebbe poi “ingolosito” vedendo quell’auto di lusso. Trovate le chiavi all’interno, dopo alcuni minuti d’esitazione, mise in moto, ingranò la retromarcia, abbatté il cancello e fuggì.

L’imputato è un 32enne marocchino, Youssef Jamah, difeso dall’avvocato Nicola Babini. Dopo il furto, l’auto venne segnalata tra i veicoli rubati e intercettata in Austria. Ne seguì un rocambolesco inseguimento conclusosi in Germania con un incidente e l’arresto del fuggitivo, che fu condannato a tre anni di carcere da un tribunale bavarese. Scarcerato a luglio dello scorso anno dalla prigione di Bernau, da allora se ne sono perse le tracce.

In Italia deve rispondere non solo del furto alla villa Gardini, ma anche di una rapina commessa meno di un mese prima. Il 7 luglio 2021, infatti, una donna che passeggiava nella pineta di Marina di Ravenna era stata aggredita con un bastone e derubata del cellulare. Proprio quel telefono venne poi rinvenuto a bordo dell’Audi durante l’arresto in Germania. La donna avrebbe dovuto testimoniare ieri, ma ha inviato un certificato medico. L’accusa della rapina rende la posizione dell’imputato più grave. La sentenza del processo, che si sta celebrando davanti al collegio presieduto da Cecilia Calandra, con i giudici Cristiano Coiro e Piervittorio Farinella, è attesa per la metà di luglio.

l. p.