"Un gesto che offende il Museo e tutta la città". Queste le parole dell’avvocato Maria Giovanna Ziccardi, segretario generale del Museo Internazionale delle Ceramiche, sui fatti avvenuti domenica. Erano circa le 15, orario di apertura pomeridiana della sede museale, quando due persone hanno raggiunto l’atrio e in meno di un minuto hanno prelevato l’urna in plexiglass contenente le donazioni destinate alle attività didattiche del Mic. Dopodiché, come se nulla fosse i ladri hanno guadagnato l’uscita, hanno girato l’angolo verso via Campidori, e approfittando dei cespugli che nascondono la vista al passaggio hanno rotto l’urna di plastica trasparente, si sono appropriati delle donazioni e si sono dati alla fuga. Il bottino ammonta a poche centinaia di euro, in quanto l’urna viene ciclicamente svuotata. Gli operatori del Mic se ne sono accorti solamente a fatto avvenuto e alle 19, dopo la chiusura del Museo, hanno ritrovato dietro al cespuglio l’urna distrutta e priva del denaro. Un colpo non convenzionale, innanzitutto perchè è avvenuto in orario di apertura del Mic, che quel giorno era anche abbastanza frequentato per via della concomitante mostra-mercato Made in Italy in svolgimento nel centro cittadino. E in secondo luogo anche per le modalità con cui è stato consumato il furto: ambedue i ladri infatti erano a volto scoperto ed è risaputo che il Mic oltre ad essere dotato di telecamere interne ed esterne, è anche sorvegliato dal personale. Tante quindi erano le incognite che hanno accompagnato la deprecabile azione, così come le perplessità che ora restano. Come sapevano i ladri che all’ingresso era posizionata quell’urna? Erano già entrati all’interno del Mic in passato o più semplicemente hanno deciso di compiere il furto lì per lì una volta varcata la soglia? E ancora, perchè operare in pieno giorno con il rischio peraltro di essere colti sul fatto? Avevano un mezzo di trasporto? Hanno agito con l’aiuto di qualche complice?
Le tempistiche e le videoregistrazioni interne ed esterne saranno in questo senso d’aiuto agli inquirenti. Il Museo infatti ha presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri del comando di Faenza, e i militari ora stanno svolgendo le indagini. Di certo un furto del genere non sarebbe stato possibile nelle sale interne: "Tutte le opere sono custodite in teche di vetro, sorvegliate dal personale e anche attraverso le strumentazioni tecnologiche - spiega Ziccardi -. Inoltre abbiamo casseforti e sistemi di sicurezza". A colpire gli addetti del museo quindi non è tanto il furto in sé, ma ciò che il furto rappresenta: "Quanto accaduto è brutto perchè è come se avessero rubato a tutta la città – prosegue il segretario –. Quelle donazioni venivano utilizzate per l’acquisto di materiali per il laboratorio didattico, quindi destinate alle attività che svolgiamo con le classi e con le scuole". Al comune al momento non risultano episodi simili perpertrati nei dintorni del Museo.
d.v.