ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Gestioni dei rifiuti delle navi. Il Consiglio di Stato riabilita il piano

A Roma accolto l’appello dell’Autorità di sistema portuale contro il ricorso di Simap srl

A Roma accolto l’appello dell’Autorità di sistema portuale contro il ricorso di Simap srl

A Roma accolto l’appello dell’Autorità di sistema portuale contro il ricorso di Simap srl

In ambito porto, l’autorità competente sui rifiuti è solo quella portuale. E non ha nessun vincolo con gli indirizzi dati dagli enti locali. Nel nostro caso peraltro il Comune non aveva manifestato l’esigenza di coordinarsi circa la "classificazione dei rifiuti". In definitiva il Consiglio di Stato, attraverso una sentenza pubblicata mercoledì scorso, ha accolto l’appello presentato dall’Autorità di sistema portuale (Adsp) in tema rifiuti respingendo il ricorso della Simap srl accolto a suo tempo in primo grado davanti al Tar di Bologna. In particolare secondo i giudici felsinei il piano in questione aveva bypassato la contraddizione tra la sua classificazione dei rifiuti e quella proposta dal regolamento comunale. Inoltre chi di dovere, non aveva "affrontato il controverso tema" né aveva "vagliato possibili opzioni condivise". Ciò aveva significato l’annullamento, nella parte impugnata, della deliberazione della giunta regionale datata settembre 2016 circa l’approvazione del piano di raccolta e gestione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui di carico del porto di Ravenna. E, a cascata, il piano, elaborato dall’Adsp nel dicembre 2014. La questione era sbarcata sui tavoli del Tar in seguito al ricorso con il quale la Simap srl – questa volta non costituitasi – chiedeva l’annullamento del piano facendo presente di essere concessionaria del servizio di ritiro e trasporto dei rifiuti solidi prodotti dalle navi sul porto di Ravenna con contratto del settembre 2009 e in regime proroga al 31 dicembre 2016 (cioè ancora in essere al momento del braccio di ferro amministrativo). La questione si era profilata quando nell’aprile 2016 un armatore da crociera aveva preteso di classificare determinati rifiuti come assimilabili a quelli urbani invece che speciali non pericolosi. In ogni modo, la Simap aveva ritirato il materiale assumendosi, in qualità di concessionario, il ruolo di "produttore e detentore" di tali rifiuti; e cioè la "responsabilità circa la loro corretta classificazione". Secondo la srl, l’Adsp aveva preso atto del fatto che esistessero due regolamentazioni contrastanti e aveva preannunciato un chiarimento con tutti gli enti con competenze in materia rifiuti. Il lavoro aveva portato a un’ordinanza del luglio 2016 di revisione sia nelle tariffe che nella classificazione dei rifiuti catalogandoli "in maniera coerente" con i regolamenti comunali e "allineandoli alle leggi del territorio locale". Ma per i giudici romani, con delibera del gennaio 2018, Simap era "risultata aggiudicataria del servizio da attuarsi sulla base del piano impugnato": dunque al momento del ricorso "non c’erano concretezza e attualità della lesione e dunque interesse a impugnare".

Andrea Colombari