
In consiglio comunale si è parlato di nuovo dell’area della Ghilana, dove ieri sono partite le demolizioni dei fabbricati al cui posto sorgeranno nuove unità abitative. Nel mirino la paventata presenza di ricci nelle strutture, oggetto di un confronto serrato fra il consigliere Alessio Grillini e l’assessore all’Ambiente Luca Ortolani, che ha riferito quanto rinvenuto dal veterinario Fabio Dall’Osso, incaricato di svolgere una perizia dalle imprese che si occupano del progetto di ristrutturazione, cioè Coabi e La tua casa.
Della colonia di ricci Dall’Osso non ha trovato traccia: "Premesso che la specie in questione non tiene dei comportamenti sociali e che quindi il termine ‘colonia’ risulta essere inesatto", spiega Dall’Osso, "dal sopralluogo effettuato risulta chiaro che gli edifici non vengano minimamente sfruttati quale riparo dai ricci europei, mentre questi frequentano l’area verde esterna, principalmente per raggiungere la confinante proprietà, appartenente alla Fondazione Bertoni, dove alcuni cittadini hanno installato tre punti di alimentazione a loro destinati. Nella medesima area è stata poi individuata una gabbia fissata al suolo". Per quanto riguarda la presenza di altri animali, Dall’Osso ha rilevato segni riconducibili a una frequentazione occasionale delle facciate degli edifici e dell’area verde circostante da parte di specie quali la civetta, il colombaccio e il picchio verde, ma non sono state rilevate attività di nidificazione né in atto, né passate. Nella cantina sotterranea di uno degli edifici è stato individuato un singolo esemplare di chirottero, nello specifico di rinolofo maggiore, mentre, sotto una tettoia, è stata individuata una tana di riccio europeo non occupata".
La relazione è stata contestata dal veterinario Massimo Vacchetta, che ha minacciato un esposto, giudicando la perizia "insoddisfacente", in quanto "la ricerca di animali come i ricci va eseguita di notte, servendosi di termoscanner. Riteniamo impreciso un sopralluogo effettuato nelle ore diurne". Su questo aspetto Dall’Osso fornisce un ulteriore dettaglio: "l’area esterna presenta effettivamente tracce del passaggio di ricci, come spiegato nella relazione. Ma non quella interna: i pavimenti di quegli edifici sono infatti in cemento, dunque non adatti a dei ricci, che lì non potrebbero scavare un nido, né ricavarlo sotto mobilia o assi".
Filippo Donati