Giardini aperti al colle di Persolino: alla scoperta delle rose

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Porte aperte sabato e ieri al colle di Persolino, dove l’istituto professionale ha preso parte alle giornate del Fai dedicate ai giardini, accompagnando i visitatori tra i filari di uno dei principali roseti d’Italia. Novecento ibridi, per un totale di 1200 piante: questi i numeri delle rose che affollano le 27 aiuole del giardino, in una scansione cronologica e geografica che racconta le varie fasi del rapporto fra l’uomo e il più iconico dei fiori, quello capace secondo le leggende di custodire i segreti in quanto destinati a rimanere tali se confidati nelle sue vicinanze. Non solo le aiuole ospitano le rose: al pubblico è stato chiesto infatti di annusare alcune delle essenze coltivate sui pergolati: "si tratta di rose che per essere apprezzate vanno infatti annusate dal basso", ha spiegato il personale della scuola. Altre ancora vengono identificate con alcune personalità in qualche modo loro legate – una ad esempio all’attrice Gina Lollobrigida – mentre certune raccontano più di altre del proprio retroterra. Altre essenze sono coltivate nelle vicinanze di alberi in grado di tenere a distanza determinate specie di parassiti. Tante le domande dei partecipanti alla visita guidata, rivolte ad esempio all’origine delle varietà di rose. Alcune vantano natali emiliano-romagnoli – come la Variegata di Bologna, molto fotografata – altre vengono da più lontano. "Tutte però", spiegavano i docenti dell’istituto alla guida delle varie visite guidate, "traggono la loro origine dalle piante arrivate per prime dall’oriente". Le rose non sono le sole all’interno della grande area verde che circonda l’istituto. Il decano fra le essenze arboree presenti qui è un cipresso plurisecolare – ha 400 anni – che svetta nel giardino. Persolino l’anno scorso è stata sede dell’International Rose Trial, il premio col quale la World Federation of Rose Society incorona le rose che più si sono adattate al clima.

Filippo Donati