Ginecologia chiusa, "Così si lavora male"

Da due anni è in Urologia. A Rimini, Forlì, Cesena il reparto e Ostetricia sono nello stesso presidio, qui l’attività si divide tra Lugo e Faenza

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Da due anni il reparto di Ginecologia dell’Ospedale di Ravenna è chiuso. O meglio è chiusa la sede nel ‘vecchio’ complesso del Santa Maria delle Croci. È così dall’agosto del 2020: all’epoca dopo una prima chiusura il reparto fu riaperto per un breve periodo, poi chiuso definitivamente. Posti letto e sedute operatorie sono stati trasferiti all’interno dell’unità operativa di Urologia, nella nuova palazzina Dea, Dipartimento di emergenza e accettazione. Una situazione che ha creato malumori e disagi tra i dipendenti dell’ospedale, soprattutto per le condizioni di lavoro, dal punto di vista organizzativo, che questo cambiamento ha comportato.

A segnalare inizialmente il trasferimento, sono state alcune pazienti che, sottoposte ad intervento chirurgico di tipo ginecologico, si sono rese conto, raccontano sorprese, di essere state ricoverate in tutt’altro reparto. L’assistenza infermieristica è affidata a Urologia, ovviamente non la medica, che rimane quella in capo all’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia. Questa riorganizzazione, assicurano dall’interno dell’Ospedale, non ha migliorato la situazione, tutt’altro, perché ha comportato in primo luogo una riduzione dei posti letto rispetto a quando il reparto era nella vecchia sede, e anche il numero delle sale operatorie è inferiore, sicuramente rispetto alle necessità, con conseguente allungamento dell’attesa per alcuni tipi di interventi, ovviamente quelli meno urgenti. A questo si aggiunge anche il fatto che la nuova organizzazione costringe il personale medico a dividersi di continuo tra Ostetricia, che rimane nella sede ‘vecchia’, e Ginecologia, ora appunto nella nuova palazzina Dea, molto distanti tra loro all’interno del complesso ospedaliero.

Da due anni inoltre a capo del reparto non c’è un primario, ma un facente funzione. Una circostanza dovuta sicuramente alla difficoltà, che non riguarda solo questa specializzazione, di reperire medici specialisti. Ma c’è dell’altro: probabilmente risultano più appetibili situazioni meno complesse da gestire dal punto di vista organizzativo in altri ospedali.

A Rimini, Forlì, Cesena i reparti di Ostetricia e Ginecologia sono all’interno dello stesso presidio ospedaliero, a Ravenna l’attività si divide tra Ravenna e Lugo, mentre Ostetricia di Faenza fa ora capo a Forlì.

Il progetto, in parte già attuato, sarebbe quello di creare una unità complessa di Ostetricia e Ginecologia a Lugo, dove verrebbe trasferita quindi una parte dell’attività chirurgica, a Ravenna rimarrebbe invece tutta Ostetricia e parte di Chirurgia ginecologica.

Annamaria Corrado