Ravenna, 25 agosto 2024 –È morto sotto gli occhi dell’amico con cui stava effettuando un’escursione, sulle montagne del Bellunese, precipitando in un dirupo. Giorgio Allegri, ventiseienne ravennate, era uno sportivo ed ex giocatore della pallanuoto Ravenna. A contattare la centrale del 118, è stato proprio l’amico, in forte stato di shock. I due stavano risalendo il sentiero Tivan, durante il giro dell’anello del Monte Civetta, ed entro pochi minuti avrebbero raggiunto il rifugio Coldai e qui trascorso la notte. Ad un certo punto il 26enne ha messo un piede in fallo, ed è precipitato dal sentiero.
L’elicottero di Pieve di Cadore, in rientro da una missione, è stato subito dirottato sul punto indicato dall’amico. L’equipaggio ha individuato l’escursionista e lo ha trovato subito in condizioni gravissime, dopo una caduta di 150 metri tra salti di roccia. Imbarellato, il ragazzo è stato portato a bordo e trasferito al pronto soccorso di Pieve di Cadore, dove è deceduto. L’amico, molto scosso, è stato accompagnato al rifugio Coldai e poi affidato al soccorso alpino della Val di Zoldo.
L’amico con cui Giorgio Allegri stava camminando sulle Dolomiti era un ex compagno di squadra di pallanuoto e nipote di Cesare Bagnari, presidente di Ravenna Pallanuoto, che racconta l’accaduto: "Mio nipote Filippo e Giorgio erano ospiti nella mia casa di Alleghe, erano arrivati giovedì 22 agosto e sarebbero rincasati domenica. Stavano salendo il Civetta, nel pomeriggio, con l’intenzione di pernottare al rifugio. Filippo mi ha raccontato che erano praticamente arrivati. Non si trattava di un sentiero difficile, avevano fatto escursioni ben più impegnative. Per aggrapparsi lungo la parete c’era una corda metallica: pensando di averla afferrata correttamente, Giorgio si è sbilanciato all’indietro ed è precipitato. Filippo non è potuto scendere, ma ha chiamato i soccorsi. L’elicottero è arrivato velocemente, ma Giorgio, cadendo, ha battuto varie parti del corpo, rimbalzando contro le rocce".
Bagnari ricorda anche Giorgio come pallanuotista: "Era il capitano della nostra squadra fino a due anni fa in serie C, e non lo era a caso, perché incarnava tutti i valori che un giovane atleta può rappresentare, come serietà e attaccamento alla maglia. Era il nostro capitano perché era un ragazzo straordinario. Faceva parte di un’ultima generazione che ho allenato direttamente io, dagli under 17, facendo tutte le categorie".
Da due anni aveva lasciato la pallanuoto in Italia per trasferirsi in Texas per completare gli studi di laurea in Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano. Recentemente, aveva avviato una carriera lavorativa ad Anversa, in Belgio. Nonostante la distanza, "ci sentivamo sempre con Giorgio quando tornava a vedere le partite o per Natale", ricorda Bagnari. "Non aveva mai perso i contatti con gli amici e gli ex compagni di squadra, che continuava a seguire con interesse".