"Basta lamentele dal Comune", tuona il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Alberto Ferrero, insieme a Patrizia Zaffagnini, dirigente comunale del partito. "Siamo basiti da queste affermazioni", replica l’assessora comunale al bilancio, Livia Molducci. In arrivo dal governo ci sono, parola dei meloniani, "ben 8 milioni 139 mila 842 euro per alluvione a Ravenna". Ferrero, replica Molducci, "millanta un fantomatico arrivo di oltre 8 milioni destinati al Comune di Ravenna da parte del Governo per spese connesse all’alluvione. In realtà le risorse a cui si riferisce Ferrero sono parte dei trasferimenti ordinari dello Stato, già previsti nel bilancio del Comune di Ravenna, come in quello di tutti gli altri Comuni d’Italia alluvionati o meno, che vanno a finanziare le funzioni ordinarie e nulla hanno a che fare con l’evento alluvionale. Non osiamo immaginare che il consigliere Ferrero non sia a conoscenza della natura e delle finalità di queste risorse". L’esponente di FdI attacca "l’amministrazione locale, che non perde occasione per accusare il Governo di non aver stanziato sufficienti risorse per i Comuni alluvionati, ma soprattutto che poco o nulla è arrivato. Lamentele che non trovano riscontro nella realtà". Ferrero, citando numeri di commi e decreto, dice che il Ministero dell’Interno, "ha erogato ai Comuni alluvionati 76 milioni e 500 mila euro, prelevati dal Fondo di solidarietà". Palazzo Merlato "riceverà, a breve direttamente dalla Banca D’Italia, ben 8 milioni 139
mila 842 euro per gli eventi alluvionali del maggio 2023! Denaro che il Comune potrà gestire
direttamente e da non confondere con la dotazione del Commissario straordinario con la quale si dovranno pianificare i ristori, le massime urgenze e gli indennizzi. Denaro che si somma a quello già erogato, pare parzialmente, dal Governo, tramite la Regione, per le prime spese sostenute dal Comune di Ravenna, oltre ai quasi 7 milioni di euro del fondo donazioni private! Con 15 milioni di euro a disposizione è ora che l’amministrazione locale smetta di lamentarsi". Per Molducci si tratta di un tentativo "di confondere le idee ai cittadini e alle cittadine".