Gli amici all’ultimo saluto a Vanni Ballestrazzi Le sue ceneri nelle mani di Ivan Gardini

Nella cappella di Santa Teresa la famiglia dell’inseparabile Raul ma anche i commensali del tavolo al ristorante al Gallo

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"Ciao Vanni, che un vento leggero ti porti alla tranquillità". È una delle ultime dediche scritte nel libro delle firme adagiato su un tavolino accanto a una foto di Vanni Ballestrazzi sorridente. Quando gli venne scattata era in barca con Raul Gardini e Angelo Vianello, il marinaio-amico di entrambi. La salma del giornalista deceduto martedì, è rimasta esposta per alcune ore, sia giovedì che ieri mattina, nella cappella di Santa Teresa. Un via vai di amici, di persone che lo avevano conosciuto e poi perso di vista, ma che non hanno voluto rinunciare a testimoniargli affetto. Verso le 14.30, chiusa la bara, Vanni è stato portato al cimitero cittadino dove verrà cremato nei prossimi giorni. Le ceneri saranno conservate da Ivan Gardini, fin quando non sarà possibile uscire in mare e affidarle all’Adriatico. Probabilmente in primavera.

Nella cappella di Santa Teresa scorrono volti conosciuti come quelli della famiglia Gardini, poi arrivano due storici amici di Vanni, i protagonisti di quel ‘tavolo a sinistra, dopo l’ingresso del ristorante al Gallo’, Fernando Turicchia (il proprietario del locale) e Beppe Errani, uno dei commensali. Vanni frequentò quel tavolo con Gardini fino al ’93. Poi è rimasto sempre ‘riservato’ fino a diventare il simbolo di una sorta di irriducibili amici. Francesco Giangrandi, per dieci anni presidente della Provincia l’aveva battezzata "la commissione". In questi giorni dove sono numerose le testimonianze in ricordo di Vanni Ballestrazzi, vale la pena rileggere quanto scritto da Vittorio Emiliani nel libro ‘Romagnoli e Romagnolacci’. "Vanni è il classico gigante buono – scriveva Emiliani –. Ha fatto per una vita il giornalista al Carlino, a Ravenna, a Bologna, a Roma, innamorato del suo mestiere e però sempre rimasto legato alla propria città e all’amico di una vita. Lo conobbi nei primi anni 60 quando d’estate frequentavo la vicina Cesenatico e Vanni faceva spesso parte delle compagnie serali e notturne che si riunivano nei ristoranti e nei locali notturni". Più avanti Emiliani spiega che "la nostra reciproca conoscenza si è approfondita durante il lungo lavoro per preparare il libro ‘Ravenna, una capitale’, curato da me assieme a Tino Dalla Valle che, alle pagine ravennati del Carlino, era stato il suo primo maestro e capo. Vanni disponeva, fra l’altro, di un formidabile archivio fotografico sul fascismo a Ravenna". Vanni è certamente un ‘archivio’ di tante cose, che ora porterà per sempre con sé.

lo. tazz.