Gli avvocati: "Stop accessi su appuntamento"

L’ordine sulla situazione in Tribunale: "Dopo il lockdown il solo modo per parlare con le cancellerie, ma ora è non più giustificato" .

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Sono 411, su un totale di 875, gli avvocati dell’Ordine di Ravenna che nei mesi di marzo e aprile hanno richiesto e ricevuto i 600 euro di reddito di ultima istanza legato all’emergenza sanitaria. La percentuale, pari al 47%, risulta dunque inferiore sia a quella nazionale che a quella media della nostra regione per la quale le percentuali più alte dei richiedenti (fino al 56%) si sono registrate a Ferrara, Rimini e Forlì.

E’ solo uno dei dati forniti dal presidente dell’Ordine, l’avvocato Sergio Gonelli, a margine dell’assemblea tenutasi ieri mattina. Un’assemblea doppiamente importante: perché la prima dall’insediamento del nuovo presidente (l’ultima, quella in cui si era votato, risale al gennaio 2019) e perché la prima del post lockdown. Non a caso nella sua relazione introduttiva, il presidente Gonelli si è soffermato sulle maggiori problematiche legate al periodo successivo alle chiusure, dando atto che nei mesi scorsi "è stato costante il confronto che il presidente del tribunale Roberto Sereni Lucarelli e il procuratore della Repubblica Alessandro Mancini, hanno avuto con l’avvocatura", la quale "da parte sua ha sempre fornito la massima collaborazione".

Dopo la cessazione l’11 maggio del periodo di sospensione, che era iniziato il 9 marzo, "la ripresa delle attività in tribunale – ha sottolineato Gonelli – è stata inevitabilmente lenta: molte udienze nel periodo acuto della pandemia, sono state forzatamente rinviate". In proposito, "la situazione del nostro tribunale non è difforme da quella degli altri tribunali".

Per quanto riguarda le problematiche più rilevanti, tali "riguardano gli accessi alle cancellerie del tribunale e alle segreterie della procura, possibili solo con appuntamento; mentre per alcuni adempimenti, essenzialmente per il deposito di atti, sono stati istituiti al pianto terra" del palazzo di giustizia "alcuni sportelli sul cortile interno, aperti in orari diversi e limitati". Un sistema "introdotto nella fase acuta della pandemia". Il consiglio dell’Ordine "non ha ritenuto di doversi opporre per opportune e condivise ragioni di tutela, a fronte dei possibili rischi sanitari nel caso di eccessive presenze nei corridoi delle cancellerie".

E tuttavia tale sistema "crea evidenti difficoltà al lavoro degli avvocati: non ci pare oggettivamente oggi più giustificato. Anche se l’emergenza sanitaria sarà prorogata al 15 ottobre, la situazione epidemiologica è infatti di gran lunga diversa" da quella dei mesi passati. Fermo restando la attuale situazione sanitaria, "a partire dalla ripresa delle attività dopo la pausa estiva", cioè a inizio settembre, "gli avvocati chiederanno che sia loro consentito il normale accesso agli uffici del palazzo di giustizia, senza necessità di appuntamento, con la chiusura degli sportelli posti sul cortile".

Oltre al mantenimento dell’obbligo della mascherina e della distanza prudenziale, "potrà essere disposto, se ritenuto necessario, il controllo della temperatura all’accesso del tribunale, come già avviene in altri tribunali".

In merito, "se necessario, il consiglio dell’Ordine potrà concorrere nella spesa per la dotazione minima necessaria". Sempre nel corso della stessa assemblea, sono stati approvati il bilancio consuntivo 2019 e il bilancio preventivo 2020. L’esercizio 2019 – ha concluso Gonelli – "si è chiuso positivamente, così come quello della Fondazione Forense Ravennate, il cui consiglio di amministrazione ha approvato nei giorni scorso il relativo bilancio consuntivo 2019".