Gli improperi contro i figli: i detti popolari

La mamma romagnola, che pur ama i figli sopra ogni cosa, quando perde la pazienza, è capace di lanciare verso il figlio indisponente e ribelle, improperi tanto terribili quanto inverosimili, presi dal dialetto. Come: "Me a t’ò fat e me a t’ sfaz" (Io ti ho fatto e io ti disfo). Oppure "Fiöl d’ôna bôna dóna", figlio di una buona donna, se non peggio, e c’è da chiedersi: "Se non lo sa lei?". A volte nell’imprecazione viene coinvolto anche il marito: "T’si tót e’ fiöl de tu bab" (Sei tutto il figlio del tuo babbo), attribuendo al figlio i difetti del padre. E, per ribadire il concetto che il figlio è uguale al babbo, aggiunge: "Da un brót zòc u-n s’ pò cavê ’na bëla s-ciâmpa" (Da un brutto ciocco non si può ricavare una bella schiampa).