
Gli orti si sono allagati, immersi non solo nell’acqua esondata da fiumi e canali, ma anche nelle sostanze che questa ha incontrato per strada, tra cui carburanti e oli. E così ora, dopo mesi in cui agli ortisti è stato fatto divieto di coltivare negli appezzamenti, il Comune ha deciso di far analizzare terreno e ortaggi che sono cresciuti spontaneamente, per capire se c’è stata una contaminazione o no.
Nei giorni scorsi è stato infatti prelevato del terreno negli orti di Fornace Zarattini, nella zona di via Valle Bartina: qui si trovano circa un centinaio di appezzamenti pubblici, assegnati dal Comune ad altrettanti ortisti. La zona è stata una delle più colpite dall’alluvione nel comune di Ravenna: qui è dove l’acqua è rimasta più a lungo, e nel punto in questione era molto alta, circa due metri.
"Quella è una zona dove gli orti ci sono da tempo, tenuti molto bene – dice l’assessora Federica Moschini –. Ognuno ha il proprio appezzamento e l’obiettivo per noi è anche creare comunità e amicizie, soprattutto tra i più anziani. E lì si è creato, in effetti, un bel gruppo unito, che si incontra anche per serate conviviali".
A maggio è arrivata l’acqua, che ha sommerso tutto il quartiere: "La zona degli orti tra l’altro è la più bassa – aggiunge Moschini – e così, anche considerando che si trovano dietro a officine e concessarie, il timore degli ortisti era che liquidi di tutti i tipi, tra cui oli e carburanti, si fossero versati sul terreno". Da lì il Comune ha stabilito il divieto di coltivazione, in accordo con gli ortisti, a cui è stata offerta gratuitamente la possibilità di prendersi cura di appezzamenti in altre zone della città. In questi mesi Palazzo Merlato ha riflettuto su come risolvere la situazione, trovando la disponibilità di Herambiente nel portare nuovo terriccio da stendere sopra ai terreni: "Gli ortisti, però, volevano la certezza del fatto che non ci fosse stata contaminazione – prosegue Moschini – e alla fine, tramite il consigliere Igor Bombardi, che fa parte dei periti agrari della Romagna, siamo riusciti a trovare una soluzione. Abbiamo fatto un sopralluogo con lui e Aride Poletti, segretario del collegio dei periti agrari della Romagna, che ci ha spiegato che il terreno se ossigenato si rigenera, e non dovrebbero comunque esserci problemi. In questi mesi gli ortisti, pur non coltivando, hanno infatti continuato a zappare per arieggiare". Ora Agriparadigma farà le analisi, i cui risultati saranno determinanti nello stabilire se è possibile riprendere a coltivare i terreni. Se tutto andrà come si spera, il Comune farà comunque portare due camion di compost a Herambiente: "In questo modo il terreno respirerà ancora di più".
Sara Servadei