Grave in ospedale l’uomo che ha ucciso la moglie

Dopo averla colpita si è lanciato dal balcone. Si consolida l’ipotesi di un movente legato alla disperazione per il dolore fisico della donna

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I primi fendenti sono stati menati alla testa quando la donna forse stava dormendo sul letto in camera. Altri ancora, probabilmente quelli rivelatisi letali, sono stati invece sferrati più in basso, verso il tronco con un coltello da cucina già recuperato dagli inquirenti. Per dissipare ogni dubbio residuo sulla dinamica che giovedì mattina ha portato alla morte della 82enne Maria Ballardini nel suo appartamento di via Gardella nel quartiere Zalamella, la procura affiderà in mattinata al medico legale Loredana Buscemi di Ancona l’incarico per eseguire l’autopsia. Il marito, il 77enne Mario Claudio Cognola lanciatosi dal balcone del terzo piano poco dopo i fatti e ricaduto sul cortile interno dopo un volo di circa una dozzina di metri, si trova tutt’ora ricoverato nella terapia intensiva dell’ospedale Bufalini di Cesena in stato di arresto per omicidio volontario pluriaggravato (è difeso dall’avvocato Pier Giorgio Berardi). Dopo un’operazione chirurgica, le sue condizioni restano gravi ma stazionare: i traumi si sono concentrati sugli arti inferiori (vedi rottura del femore) anche se all’arrivo degli operatori del 118 l’uomo era privo di sensi. Le indagini dei carabinieri coordinate dal pm Marilù Gattelli puntano ora a fare completa chiarezza sulle motivazioni che hanno spinto il 77enne, secondo quanto emerso finora, a uccidere la consorte e a tentare di togliersi la vita. Dalla documentazione medica acquista è in buona sostanza emerso che la vittima da tempo soffriva di patologie legate all’età. Ma soprattutto che era segnata da un dolore cronico alle articolazioni descritto come “fortissimo”: situazione che, oltre a una adeguata terapia farmacologica, la limitava assai nei movimenti. Da tempo non usciva più di casa: i suoi pochi lenti passi si concentravano tra il letto e il divano. Il marito, nonostante a sua volta fosse segnato da problemi fisici soprattutto di natura cardiaca, non solo doveva occuparsi di lei ma anche di tutte le incombenze legate alla casa. I coniugi erano evidentemente molto legati l’uno all’altro tanto che i militari nell’appartamento hanno trovato diverse foto incorniciate nelle quali i due comparivano assieme spesso sorridenti. Scatti soprattutto risalenti a periodi della giovinezza che, assieme a quanto finora riferito da conoscenti e parenti, delineano i contorni di una relazione salda nell’ambito di una coppia affiatata e segnata dalla volontà di vivere nonostante i malanni della vecchiaia (di recente i due avevano acquistato un nuovo elettrodomestico). Si consolida dunque il movente estemporaneo legato alla disperazione di un marito incapace di sopportare il dolore fisico e persistente della persona che da tempo gli stava accanto. In questa direzione va quanto precisato dal procuratore capo Daniele Barberini all’uscita dal sopralluogo sulla scena del crimine: "Quello che sappiamo è che tra i due non c’erano problemi, non c’erano screzi in famiglia e non risultano denunce, nulla". Di segno analogo pure la telefonata con cui alle 12.25 lo stesso 77enne ha fatto scattare l’intervento dei carabinieri. A quell’ora l’uomo ha infatti chiamato la nipote, che lavora a Forlì, usando parole di questo tenore: "Ho ucciso mia moglie 15 minuti fa e ora la faccio finita perché senza di lei non posso vivere, ora mi butto giù dal balcone". La donna, che di lì a poche ore sarebbe andata a trovare gli zii come sempre faceva, ha quindi allertato il compagno il quale ha subito avvisato l’Arma. Ma all’arrivo dei militari, il 77enne si era già lanciato nel vuoto.

Andrea Colombari