Green pass obbligatorio, le aziende: "Linee guida precise"

Ravenna, da venerdì obbligo per i lavoratori. Dubbi sulle modalità dei controlli. "Difficile sostituire chi sarà lasciato a casa quando sono richiesti turni"

Il green pass viene mostrato prima di entrare negli uffici (repertorio)

Il green pass viene mostrato prima di entrare negli uffici (repertorio)

Ravenna, 10 ottobre 2021 - Manca poco: da venerdì prossimo scatterà l’obbligo di green pass per tutti i lavoratori. Dirlo è una parola, metterlo in pratica è un’altra cosa: e lo sanno bene le aziende, che si pongono molti quesiti sulle modalità con cui strutturare i controlli e su come comportarsi per eventuali casi di lavoratori senza green pass. FederCoop, LegaCoop e Confindustria hanno organizzato momenti formativi seguitissimi per spiegare alle imprese come comportarsi. "Abbiamo tenuto un webinair a cui hanno partecipato 160 aziende – spiega Paolo Lucchi, amministratore delegato di FederCoop Romagna – e durante il quale sono stati posti circa 50 quesiti. Ora siamo in attesa delle linee guida, ma che finora sono uscite solo per i dipendenti pubblici".

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E proprio le linee guida dovranno chiarire uno degli aspetti più delicati, ovvero quello relativo ai controlli: "Riteniamo che possano essere fatti anche una tantum, o che il dipendente possa scegliere di mostrare la data di scadenza del pass al datore di lavoro – dice Lucchi –. In questo modo i vaccinati non dovrebbero sottoporsi al controllo tutti i giorni. Ma è decisivo che le linee guida arrivino quanto prima". L’altro interrogativo riguarda gli eventuali dipendenti senza green pass che non potranno più andare al lavoro: "Sappiamo che potrebbero esserci difficoltà soprattutto nelle imprese di produzione – aggiunge Lucchi – perché è più dura trovare personale quando vengono richiesti turni o lavoro domenicale".

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I dipendenti senza green pass vengono sospesi e non licenziati: questo significa che l’azienda può sostituirli solo con contratti a termine. Il dipendente sospeso, però, può rientrare immediatamente se si mette in regola. Anche Confindustria di recente ha tenuto un webinair sull’argomento, e più di 400 persone vi hanno partecipato: molte di più di quelle che ci si aspettava.

"Ci ha sorpreso positivamente il fatto che molte persone stiano cercando di acquisire la preparazione più adeguata per affrontare il cambiamento – dice Tarozzi –. Auspichiamo che sarà possibile adottare metodologie di controlli differenti, perché sarebbe la cosa più adeguata. Se tutte le mattine si effettuassero controlli a tutti i dipendenti all’ingresso si verificherebbero rallentamenti, e i lavoratori sarebbero costretti ad arrivare al lavoro molto prima".  

Nel frattempo nelle aziende si inizia a pensare a cosa succederà da venerdì. Soprattutto le piccole realtà sanno già cosa aspettarsi: è il caso di Alan Ricci, titolare del ristorante Molinetto, associato Confcommercio. "I nostri dipendenti si sono organizzati in modo da essere tutti vaccinati entro il 15 ottobre – racconta –. Molti in realtà hanno aspettato perché temevano di dover stare a casa per gli effetti collaterali nel bel mezzo della stagione. Mi è capitato invece che un ragazzo a cui dovevamo fare un colloquio di lavoro mi abbia detto subito che non intende vaccinarsi: ho apprezzato l’onestà, ma gli ho detto che non aveva senso che si presentasse al colloquio".