Green passi falsi ai no vax: summit in procura

Su 70 pazienti, le analisi anticorpi hanno restituito un solo risultato sicuramente positivo. Incontro tra inquirenti e supervirologo

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Il risultato dell’esame sugli anticorpi al covid dei primi circa 70 pazienti tra i 294 vaccinati dal dottor dottor Mauro Passarini - 50 quelli che hanno raccolto l’appello dell’Ausl e una ventina quelli che già avevano risposto alla sollecitazione della procura - è a dir poco sconfortante. Perché uno solo ha restituito un valore positivo (e gli è stato restituito il Green pass). Per tutti gli altri - molti peraltro almeno sulla carta avevano ricevuto la seconda dose - il responso è stato negativo o comunque di poco superiore alla rivelabilità analitica restituendo un risultato di ’non negatività’ ma carico di dubbi.

Una situazione della quale si parlerà nell’incontro in procura fissato per oggi sia alla presenza degli inquirenti che del consulente del pm, il dottor Vittorio Sambri, direttore dell’unità operativa di microbiologia del laboratorio unico di Pievesestina oltre che professore associato di microbiologia a virologia all’università di Bologna. Chi insomma meglio di lui potrebbe fornire una interpretazione analitica dei dati utile sia a inquadrare i risultati sin qui incamerati - soprattutto per quanto riguarda i valori dubbi - che a fornire spunti per i prossimi passi dell’inchiesta della polizia coordinata dal pm Angela Scorza. L’incontro appare dunque fondamentale per inquadrare gli strumenti utili alle prossime verifiche.

Passarini - 64enne medico di base vaccinatore oltre che ginecologo - si trova intanto ai domiciliari, dopo avere trascorso qualche giorno in carcere, con le accuse di falso, peculato e corruzione. Davanti al gip Corrado Schiaretti e alla presenza del suo avvocato Carlo Benini, ha già avuto modo di ammettere, anche se parzialmente, quanto contestato. Ovvero, pur negando di avere mai ricevuto danaro, ha precisato di essersi prestato alle richiesta di quei no vax che andavano da lui per ottenere il Green pass simulando la vaccinazione. E in questo caso il 64enne caricava sull’apposito sito ministeriale l’avvenuta inoculazione senza in effetti averla eseguita tanto che il 17 ottobre nella prima perquisizione, gli agenti della squadra Mobile avevano trovato sul lettino del suo ambulatorio di via Lissa (l’altro è in viale Spalato a Marina) 13 fiale a temperatura ambiente e quindi inutilizzabili (ovvero per un numero di dosi potenziali variabile tra 78 e 91). Ha inoltre aggiunto di avere somministrato in alcune circostanze vaccini a diluizioni molto superiori a quelle previste dai protocolli: ed è proprio per capire se tale scenario abbia potuto riflettersi sui dati di non piena positività degli anticorpi, che verrà interpellato il dottor Sambri.

Sul fronte numerico, finora è emerso che tra il 7 giugno e il 6 ottobre scorso, Passarini aveva ritirato in tutto 71 flaconi di vaccino Pfizer per un totale di dosi dunque calcolabile tra le 426 e le 497 (a seconda che se ne ricavino 6 o 7 a flacone). In tale arco temporale, aveva vaccinato 294 persone. Nell’elenco figurano sia pazienti residenti sul territorio comunale ravennate (226 di cui 166 suoi assistiti) che 68 provenienti da altri comuni talvolta di province assai distanti dalla nostra (vedi perlopiù Belluno ma anche Torino, Padova, Viterbo, Rovigo, Venezia, Perugia, Udine).

Il medico sotto accusa aveva ricevuto varie forniture Pfizer: il 16 settembre aveva ritirato dalla farmacia ospedaliera 10 fiale (per un totale di 60-70 dosi) registrando 58 vaccinazioni; il 28 settembre aveva ritirato 12 fiale (72-84 dosi) e aveva registrato 79 vaccinazioni; e il 6 ottobre aveva ritirato 15 fiale (90-105 dosi) e registrato 80 vaccinazioni. Per quanto riguarda le fiale (22 in totale) ritirate tra il 16 e il 28 settembre, gli inquirenti non dispongono di elementi tali da potere proporre raffronti.

Invece per quanto riguarda il 6 ottobre, delle 15 fiale ritirate, ben 13 sono quelle recuperate in via Lissa. Il che significa che anche avendo usato le due mancati, il medico avrebbe al massimo potuto fare 14 vaccinazioni e invece ne aveva registrare 80: ovvero - ha rilevato l’accusa - almeno 66 sono false. Da ultimo rispetto agli altri medici vaccinatori di Ravenna, lui aveva somministrato vaccini quasi tre volte e mezzo sopra la media: ovvero 294 pazienti contro 90 circa.

Andrea Colombari