
Sì della conferenza dei servizi, Valmarecchia a rischio. Ora si attende la contromossa dell’Emilia-Romagna.
È arrivato l’ok per il progetto eolico Badia del Vento. La Regione Toscana, competente in materia, ieri ha così deciso al termine della riunione di quella che di conseguenza è stata l’ultima conferenza dei servizi sull’argomento. Sui crinali dell’Appennino, in Alta Valmarecchia, nel territorio comunale di Badia Tedalda, verranno pertanto posizionate le sette pale alte 180 metri, che saranno visibili anche sull’altro versante, quello romagnolo, che invece osteggia l’opera, che considera un ecomostro.
Ma l’orientamento della Toscana è sempre stato chiaro e le dichiarazioni rilasciate qualche giorno dal presidente Eugenio Giani a Teletruria non hanno fatto altro che confermarlo, con l’avallo del Comune direttamente interessato, quello di Badia Tedalda, favorevole alla realizzazione. Si attende adesso la reazione del governatore della regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che nei giorni scorsi non aveva voluto commentare ufficialmente l’annuncio di Giani, ma aveva comunque fatto trapelare la sua delusione e, soprattutto, l’intenzione di non arrendersi al fatto compiuto ed, eventualmente, di ricorrere al Tar. Se lo farà, sarà in compagnia di molte associazioni, dal Wwf a Italia Nostra, nonché dei diversi comitati facenti parte della Coalizione Tess, vedi Appennino Sostenibile e Crinali Bene Comune, che erano già sul piede di guerra. Legambiente, invece, si è sempre schierata per l’installazione degli aerogeneratori e quindi il conflitto potrebbe generarsi anche nel fronte ecologista. In prima fila, fra gli oppositori, vi è il piccolo Comune di Casteldelci, il più occidentale della provincia di Rimini e quello maggiormente esposto alle conseguenze dal punto di vista paesaggistico e ambientale, ma anche la parte marchigiana di Borgo Pace.
Toscana contro Emilia-Romagna, dunque. Un derby anche politico, visto che tutte le amministrazioni coinvolte sono targate Pd. Senza dimenticare che le due Regioni hanno firmato pochi mesi fa un accordo che riguarda proprio le zone di confine, nel quale si parla di condivisione nell’effettuazione di determinate scelte, in particolare quelle con risvolti di carattere ambientale. La Toscana ha fatto la sua mossa, e la vicenda dell’eolico sui rilievi dell’Appennino ha tutta l’aria di essere soltanto all’inizio.