I condizionamenti della società secondo Foa

Venerdì al Salone dei mosaici incontro con il giornalista e professore: "La mia esperienza da presidente della Rai? Sono stati tre anni duri"

I condizionamenti della società secondo Foa

I condizionamenti della società secondo Foa

Quali sono i condizionamenti che scolpiscono la nostra società? Conosciamo davvero il mondo in cui viviamo? Ecco alcune delle domande a cui cercherà di rispondere Marcello Foa, giornalista, blogger e professore universitario, autore del saggio di successo ‘Il sistema (in)visibile. Perché non siamo padroni del nostro destino’, durante l’incontro di venerdì alle 18.30, al Salone dei Mosaici di via IX Febbraio 1 a Ravenna. Si tratta del nuovo appuntamento a cura dell’associazione ‘Tessere del 900’.

Foa, come le è venuta l’idea di un libro che parla di un sistema che è visibile e al contempo volutamente invisibile?

"Da una riflessione personale che sto portando avanti da anni ormai, nel tentativo di dare una risposta a un malessere diffuso che ha il suo apice con le elezioni politiche. Quello infatti è il momento in cui pensiamo di eleggere chi ci governerà, mentre poi invece le decisioni che contano vengono prese altrove. Un fenomeno che riguarda un po’ tutti i Paesi occidentali, non solo l’Italia, e che spiega le forti oscillazioni di voto tra i partiti a ogni tornata elettorale".

Come si può cercare di capirne di più?

"Mi è stato utile adottare un approccio olistico che comprende più sfaccettature, uscendo quindi dalla mia disciplina. I condizionamenti che subiamo sono infatti molteplici, di tipo istituzionale, sovranazionale, economico, sociologico, sociale e mediatico. In questo saggio, cerco di aiutare il lettore nell’unire i vari puntini per vedere la realtà".

Nell’epoca della comunicazione democratica, alla portata di tutti, che critica rivolge ai giornalisti?

"Come ripeto ormai da 15 anni a questa parte, spesso i miei colleghi non conoscono abbastanza le tecniche di orientamento e manipolazione degli spin doctor (ndr, esperti di comunicazione che lavorano per conto di politici), finendo spesso per diventarne lo strumento. Dovremmo riflettere sul perché la stampa ‘main streaming’ ha perso di importanza e centralità, mentre invece sarebbe importante".

Cosa consiglierebbe al lettore che punta sulla buona informazione?

"In primo luogo di aumentare le fonti di informazione, leggendo e guardando più testate, e poi di riporre fiducia in alcune firme che si reputano autorevoli. Purtroppo, nell’epoca che dovrebbe essere della piena informazione, si resta troppo superficiali".

Inevitabile chiederle, cosa le è rimasto dell’esperienza di presidente della Rai dal 2018 al 2021?

"Premettendo che non avevo potere sui palinsesti, ho fatto del mio meglio per riportare in Rai un po’ di meritocrazia, scoprendo e premiando professionalità non abbastanza valorizzate senza pregiudiziali politiche. Nel complesso è stato un triennio duro, troppo corto per poter essere più incisivi, in cui si è sottoposti a pressioni di vario tipo soprattutto per chi, come me, era percepito come un ‘estraneo’ al sistema romano".

Roberta Bezzi