I disturbi del sonno Un problema sommerso "Ogni mese 40 pazienti"

Si conta che le apnee in forma grave colpiscano il 6,7% della popolazione "Più rischio di problemi cardiovascolari". Russare può essere una spia.

I disturbi del sonno  Un problema sommerso  "Ogni mese 40 pazienti"

I disturbi del sonno Un problema sommerso "Ogni mese 40 pazienti"

Dormire bene per vivere bene. Solo di recente si è iniziato a parlare dei disturbi del sonno e dei rischi connessi. E questo nonostante, secondo il ministero della Salute, tra i 40 e gli 85 anni riguardino il 49% degli uomini e il 23% delle donne. Anche un comportamento comune come russare può essere la spia di problemi più seri. "Ciò che ci interessa di più sono i disturbi respiratori del sonno – spiega Andrea De Vito, primario di Otorinolaringoiatria a Ravenna –, ovvero un’alterazione della respirazione che induce apnee ostruttive". L’interruzione del respiro nel sonno è un fenomeno normale negli adulti se sporadico, ma diventa un problema quando accade più volte consecutivamente. Russare può essere una spia: "È un fenomeno non di per sé patologico – prosegue De Vito – ma può essere associato ad apnee che si verificano più e più volte. A ogni assenza di respiro c’è un abbassamento del livello di ossigeno che determina un’ischemia a tutti gli organi". Niente di di strano se sporadico, ma oltre una certa soglia si riposa male e si corrono rischi: "Si inizia a parlare di patologia quando avvengono almeno 5 episodi ogni ora – spiega De Vito –. C’è chi ne ha anche 70 o 80 in un’ora: più di uno al minuto. Quando ci sono molte apnee il paziente manifesta sonnolenza e scarsa qualità del sonno: la risoluzione di ogni episodio si determina in una superficializzazione del sonno. È come essere svegliati, anche se incosciamente, più e più volte: così il corpo riapre le vie respiratorie, o il paziente morirebbe".

Apnee e risvegli incosci hanno ovviamente delle conseguenze, sia sulla vita quotidiana che sulla salute: "Ci sono dati che collegano le apnee del sonno agli incidenti stradali – aggiunge De Vito – e possono esserci alterazioni dell’apparato cardiovascolare e metabolico. Se le apnee sono più di 20 all’ora c’è un rischio maggiore di infarto e ictus". Per i bambini la questione è diversa e più rara: basta un’apnea in un’ora a far scattare l’allarme. Il sintomo non è la sonnolenza ma la maggiore irritabilità. Per la diagnosi nei bambini basta la pulsossimetria notturna, mentre nell’adulto si usa il monitoraggio cardiorespiratorio. E qual è la cura? Ci sono varie soluzioni, in base ai casi: dormire con una maschera ventilatoria, sottoporsi a interventi chirurgici o usare ’bite’ notturni.

Di disturbi del sonno si è parlato poco finora: si pensa che i casi emersi siano la punta dell’iceberg. In provincia, con un ambulatorio dedicato all’ospedale di Ravenna e il centro del sonno in quello di Lugo con responsabile Francesco Tavalazzi, i pazienti sono una quarantina al mese. Si stima però che più di 4 milioni di italiani soffrano di apnee del sonno in modo severo, circa il 6,7% della popolazione. Andrea De Vito è anche coordinatore della commissione scientifica dei disturbi del sonno della Società italiana di otorinolaringoiatria: "Il 17 marzo, per la giornata internazionale del sonno, ho inviato un questionario a tutti gli otorini italiani: vogliamo valutare il livello di organizzazione nel trattamento della patologia".

Sara Servadei