I Gessi piacciono al mondo e ora sono Unesco

Plauso dai delegati di vari Paesi: così il parco appenninico, fatto di grotte, calanchi e sorgenti sotterranee, entra fra i patrimoni dell’umanità

I Gessi piacciono al mondo e ora sono Unesco
I Gessi piacciono al mondo e ora sono Unesco

Ha ricevuto apprezzamenti persino dai delegati di Etiopia, Giappone e Oman. Alla sessione Unesco di Riyadh la Vena del Gesso e gli altri Gessi dell’Emilia Romagna hanno convinto il mondo: il ‘Carsismo evaporitico nelle grotte dell’Appennino settentrionale’ è ufficialmente Patrimonio dell’Umanità, aggiungendosi a un ristretto club di siti italiani a carattere naturale in cui figurano l’Etna, le Dolomiti, le Eolie. Ad esprimersi a favore dell’iscrizione sono stati anche i delegati di Zambia, Ruanda, Egitto, Nigeria, Mali, Sudafrica, Argentina, Messico, Thailandia, Arabia Saudita, Qatar, Oman, Giappone, India, Bulgaria, Grecia e Belgio. A tutti loro sono andati i ringraziamenti della delegazione italiana, capitanata dal rappresentante italiano all’Unesco Liborio Stellino, dall’assessora regionale alla Biodiversità Barbara Lori e da Massimiliano Costa, presidente del comitato scientifico di candidatura. La delegata sudafricana e quello belga, in particolare, hanno evidenziato come il loro sì sia merito dell’impegno della Regione a non ampliare il sito di estrazione di Monte Tondo: la cava infatti, se estesa, avrebbe probabilmente fatto decadere la candidatura. "La Regione con il Piano delle attività estrattive ha garantito che la cava non verrà ampliata", ha sottolineato l’ambasciatore Stellino. "Con i limiti già stabiliti dalla legge sono possibili estrazioni per circa dieci anni, un tempo durante il quale riconvertire lo stabilimento produttivo". L’ambasciatore ha ringraziato la popolazione dell’Emilia Romagna, "per la sua resilienza davanti alle alluvioni". Il delegato egiziano ha sottolineato quanto l’esplorazione dei gessi in Emilia Romagna abbia accresciuto la conoscenza umana in fatto di speleologia: "qui esistono opportunità senza pari per nuove esplorazioni e nuovi studi". Entro il dicembre 2024 la Regione dovrà presentare all’Unesco alcune richieste di integrazione, ad esempio indicare una sede per l’ente di gestione del Patrimonio – che coinciderà con i palazzi di viale Aldo Moro, a Bologna, dove sarà realizzato un ufficio ad hoc, che agirà di coordinamento con i parchi regionali e il parco nazionale dell’Appennino emiliano, in cui sorgono i gessi – e ampliare alcune aree protette, nel reggiano e nel riminese. Ma dovrà anche mettere a punto un management plan che metta al riparo i siti dall’overtourism, tema su cui l’Unesco ora, a differenza che in passato, non ammette leggerezze. Una garanzia in più per chi vive in queste vallate, che senza il processo di candidatura Unesco forse non sarebbe arrivata.