I vent’anni del Fellini: "La sfida della piazza e i mutamenti della città"

Il bilancio di uno dei soci, Giuseppe Pietropaolo, che ora guarda al futuro. Sabato sera dalle 20 circo animato e kermesse di dj per festeggiare.

I vent’anni del Fellini: "La sfida della piazza e i mutamenti della città"
I vent’anni del Fellini: "La sfida della piazza e i mutamenti della città"

Vent’anni di attività, che sono anche vent’anni di storia della città, del centro storico, delle sue trasformazioni. Il Fellini scalino cinque, storico locale di piazza Kennedy festeggia questo traguardo sabato sera, dalle 20 in poi, con i clienti. E nel frattempo uno dei soci, Giuseppe Pietropaolo che oggi lo gestisce con Gennaro Ferrara, si guarda indietro e fa un bilancio di questi primi due decenni.

Pietropaolo, come nacque l’idea di aprire un locale in piazza Kennedy?

"Ad aprirlo, all’inizio, furono Massimo Caminati, Domenico Reggini, Erica Buratti e Marco Margotti, dopo pochi mesi subentrai io. L’idea era di dare continuità a un locale estivo, il Donna Rosa. Ma in pochi anni ci siamo resi conto che il Fellini aveva assunto una sua identità, era ormai autonomo rispetto al mare. Camminava da solo".

All’epoca la piazza era un parcheggio.

"Era un punto di ritrovo per i ravennati che, dopo essere stati al Fellini, magari proseguivano la serata altrove. Da noi cominciò a prendere piede l’aperitivo, sempre di più. Non eravamo in tanti a Ravenna a essere aperti la sera, tre, quattro al massimo".

Cos’è successo quando sono iniziati i lavori per trasformare il parcheggio in una piazza?

"Io nella piazza ci ho sempre creduto, anche se è stata dura. Soprattutto perché il cantiere che doveva durare sei mesi è andato avanti per due anni. Ricordo quel periodo con una grande cupezza. Avevamo paura di non farcela. Venivano a trovarci solo i clienti più fidati. Anche i fornitori ci sono venuti incontro".

Poi cos’è successo?

"Nel 2017 la piazza era finita. Ricordo ancora l’inaugurazione del 17 marzo: bellissima".

Da quel momento il lavoro è cambiato?

"Abbiamo ripreso a lavorare bene, anche se buona parte della clientela di prima l’abbiamo persa".

Per la chiusura?

"No. Erano persone abituate ad arrivare in auto fino qui, il cambiamento li ha spaventati. Sono arrivate altre persone, anche tanti turisti. Noi però siamo stati bravi".

In cosa siete stati bravi?

"Abbiamo cambiato orientamenti, fatto investimenti mirati, come il dehor, che ci ha consentito di sfruttare il grande spazio esterno, senza essere troppo invasivo. Quel dehor ha vinto anche un premio".

Nel frattempo anche la città è cambiata, sono cambiate le abitudini dei ravennati.

"La sera è più animata, ci sono molti più locali dove andare. Tanti preferiscono rimanere in città anche d’estate, una volta era impensabile. Il centro di Ravenna è vivo, gioioso: la sera è bello uscire, fare una passeggiata. Forse si è sviluppato di più nella fascia serale, a discapito di un certo commercio diurno. È cambiata molto".

Nessun pentimento allora per aver creduto in questa piazza.

"Nessuno. Avrebbe solo bisogno di essere sfruttata ancora di più, con più eventi, perché le potenzialità le ha tutte. Prima dei lavori durante l’estate chiudevamo anche per un paio di mesi, ora siamo aperti tutto l’anno. In città c’è più movimento rispetto al passato".

Con quale stato d’animo affronta il traguardo dei vent’anni del Fellini?

"È una bella soddisfazione. Man mano che la data si avvicina mi sento più emozionato. Tra qualche settimana compirò 50 anni, ho iniziato che ne avevo 30, è quasi come fosse un figlio".

Annamaria Corrado