
La ricercatrice è appoggiata da Pci, Potere al Popolo,. Rifondazione Comunista. e Ravenna in Comune. .
Tre anni e mezzo fa dei nove candidati sindaci ben tre facevano parte della galassia della sinistra cosiddetta a sinistra del Pd: nel 2025 Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Ravenna in Comune e il rinato Pci sono riusciti a trovare una sintesi, nonostante siano servite varie riunioni incrociate per incoronare Marisa Iannucci quale sovrana repubblicana della sinistra ravennate.
La 54enne ricercatrice e docente, volto noto della politica e del mondo dell’associazionismo, non ha esitato a sparare a palle incatenate contro il centrosinistra, reo a suo dire di essere una sorta di versione più soft dell’alleanza di centrodestra, come secondo lei mostrerebbero le timidezze nel non voler invertire del tutto la rotta su temi sensibili quali le estrazioni di idrocarburi, la presenza del rigassificatore e la cementificazione degli spazi verdi. Tanto che a un eventuale ballottaggio Iannucci ha già fatto sapere che darà indicazione di astenersi, suscitando varie perplessità tra i rivali impegnati a convincere i ravennati a recarsi alle urne.
Iannucci ha spiegato la sua posizione proprio alla luce della distanza che la separa in particolare dal Pd. Fra le proposte della candidata compaiono dei ‘custodi sociali’ per fare fronte alle fragilità, delle strutture femminili di bassa soglia in cui dare ospitalità a chi ha perduto la casa, ma anche un fablab per le start-up e per chi fa smartworking. Ha stupito molti il missile terra-aria lanciato contro il mondo dei balneari, per i quali ha proposto un marchio ‘Turismo di qualità’ riservato solo a chi non sfrutta gli stagionali.
Testi a cura di Filippo Donati