Ravenna, uccise specie protette. 1.500 euro di multa

Aveva sparato agli Ibis sacri, patteggia un’ammenda pecuniaria. Al cacciatore restituiti tre fucili e cartucce

Gli Ibis sacri recuperati dal Corpo forestale nel 2015

Gli Ibis sacri recuperati dal Corpo forestale nel 2015

Ravenna, 25 settembre 2018 – Alla fine se l’è cavata con una multa. Più precisamente un’ammenda, 1.500 euro che dovrà versare come conto alla giustizia per avere sparato, uccidendoli, a cinque ibis sacri, specie di uccelli protetta e cara sin dai tempi dei faraoni. Si è conclusa così, con un patteggiamento che ha visto Procura e difesa accordarsi sulla pena, una vicenda che aveva fatto molto discutere, portando a insorgere le associazioni animaliste. Ben quattro, infatti, sono stato le parte civili che al processo chiedevano i danni: dopo Lipu, Wwf e, persino, l’associazione Libera Caccia – per dire quando la vicenda avesse irritato anche il mondo delle doppiette – ieri in zona Cesarini si era costituita anche Legambiente Emilia Romagna. A queste associazioni il giudice Cecilia Calandra ha riconosciuto il pagamento delle spese legali.

I fatti risalgono al 2015 e l’imputato era un cacciatore di 62 anni, che a dispetto delle evidenze ha sempre negato gli addebiti. La scelta del patteggiamento – in astratto rischiava anche fino a 8 mesi di arresto – nella lettura del suo difensore, avvocato Massimiliano Nicolai, è stata fatta per scongiurare il rischio di una pena più severa e ingiusta dal suo punto di vista. Al cacciatore, cui era stata sospesa la licenza di caccia per un anno, sono stati restituiti anche tre fucili e le cartucce sequestrati, con i quali ora potrà riprendere a pieno titolo l’attività venatoria.

Quella mattina del 28 novembre di tre anni fa fu una coppia di passaggio ad accorgersi che un cacciatore sparava contro quei caratteristici uccelli del becco lungo e ricurvo, nelle campagne cervesi della frazione Tantlon. Alla richiesta di spiegazioni rispose in malo modo e si allontanò in tutta fretta, ma il numero di targa annotato dai due testimoni consentì agli uomini del corpo forestale di risalire all’abitazione del cacciatore e a denunciarlo. Oltre ai cinque ibis sacri gli agenti rinvennero a terra anche un bossolo compatibile con quelli delle cartucce sequestrate a casa del presunto responsabile.