LUCIA BONATESTA
Cronaca

Il biologo ucciso. Il saluto ad Alessandro sulle note di Battiato

I funerali a Longastrino, tutto il paese si stringe con i genitori. Un amico arrivato da Londra: "Era la persona migliore del mondo".

La disperazione dei genitori di Alessandro Coatti fuori dalla chiesa, attorniati dall’affetto di parenti e amici

La disperazione dei genitori di Alessandro Coatti fuori dalla chiesa, attorniati dall’affetto di parenti e amici

Sono le note de ’La cura’ di Franco Battiato che aprono il funerale e mettono simbolicamente fine, per quanto possibile, all’agonia di una famiglia, che si vede restituito a quasi tre mesi il feretro del figlio: Alessandro Coatti, ricercatore 38enne ucciso e fatto a pezzi a Santa Marta, in Colombia, lo scorso aprile. La parrocchia è quella di San Giuliano a Longastrino, sul confine tra Ferrara e Ravenna, nel comune di Argenta, che per l’occasione ha dichiarato il lutto cittadino. E infatti è un paese intero quello che, ieri mattina, si è riunito per i funerali. Compagni di scuola, professori, parenti, rappresentanti dell’Amministrazione e amici si sono in un abbraccio di fronte alla tragedia. Nell’attesa dell’inizio, gli ex compagni di liceo depongono all’altare un cesto di fiori e una fotografia di un giovane Alessandro in gita scolastica.

Poi, arrivano i genitori Sandra Lovato e Gabriele Coatti, partiti dalla camera mortuaria di Ravenna al seguito del carro funebre. Le loro lacrime raccontano uno strazio che nessun abbraccio può placare. All’entrata della chiesa li hanno accolti lo zio Giovanni, che dalla cassa ha fatto risuonare le note della canzone di Battiato, e la cugina Arianna. È proprio alla parrocchia di Longastrino che la famiglia ha scelto di devolvere le offerte, oggi presieduta da don Alessio Baggetto, che ha officiato la messa, ma accanto a lui ha preso la parola anche lo storico parroco del paese don Sante Bertarelli. "Ho scelto un brano del Vangelo che parla di sacrificio, perché in questi mesi ho provato a mettermi nei panni di Sandra e Gabriele, panni molto scomodi, panni che ti fanno sentire il freddo e il caldo in contemporanea: in un certo senso, oggi è terminata la via Crucis. Alessandro aveva molti talenti, il talento è un dono, che non va tenuto per sé, va diffuso e allargato". Introducendo un testo sul paradiso di Romano Battaglia, don Sante ricorda: "Ho incontrato Alessandro un paio di volte. La prima a casa sua per la benedizione e la seconda è passato lui alla nostra casa di accoglienza. Abbiamo parlato di tante cose: del futuro e dei suoi progetti".

Marcio Junji Sono, un ragazzo, è arrivato da Londra, dove Alessandro lavorava, voleva esserci per l’ultimo abbraccio. "Era un amico. Ci conoscevamo da tanto tempo, era la persona migliore del mondo. Era unico", dice poche parole, frasi in inglese, poi in italiano, per farsi capire. Alfeo Coatti, 72 anni, è stato per una vita l’edicolante di Longastrino. "L’ho visto crescere, lo ricordo bambino mentre giocava davanti al negozio, in strada, con mia figlia. Insieme al gruppetto di ragazzini del paese. E’ una tragedia immensa, ancora non mi sembra possibile che la cattiveria umana possa arrivare a tanto".

Durante l’eucarestia, lo zio Giovanni ha scelto le note di ’Hallelujah’ e, in un momento di dolore, la madre ha stretto a sé la foto di Alessandro, cogliendola dalla cima della bara. Al termine della cerimonia, dopo la benedizione, fuori dalla chiesa, di nuovo le note di una canzone; questa volta lo zio ha scelto ’La rondine’ di Mango. Infine, la lunga processione con in testa la famiglia si è diretta a piedi verso il cimitero di Longastrino per l’ultimo saluto.

Lucia Bonatesta