Il calciatore che riprendeva: "Era solo per ridere"

Un’azione forse stupida, quella di filmare una scena di sesso con protagonisti due amici, ma che nelle intenzioni del ’regista’ altro non era che "un modo per farsi due risate". E pazienza se la giovane fosse stordita dall’alcol e, secondo la Procura, non in grado di opporre un qualsiasi tipo di rifiuto, all’atto sessuale ma anche al filmato di cui inconsapevolmente era la protagonista. Ha parlato ieri, prima che il tribunale leggesse la sentenza a lui favorevole, il calciatore semi professionista coinvolto nel caso della presunta violenza filmata. Ha spiegato di essere arrivato nel locale, quella sera dell’autunno 2017, dopo l’allenamento e la cena con la squadra di calcio. La 18enne era già visibilmente ubriaca. Una volta raggiunta la casa di uno della comitiva, l’avevano spogliata e messa sotto la doccia. Aveva vomitato di nuovo dopo aver bevuto un caffè. Da lì in avanti, secondo il calciatore, "si era ripresa" e sarebbe stata sempre lei a cercare un rapporto sessuale con l’amico, "andandoci sopra a cavalcioni". Il suo ruolo, invece, sarebbe stato più defilato. Mentre si preparava un tè, immortalava l’evento col telefono. Due i filmati acquisiti dell’atto sessuale. "Quale gusto nel filmare una ragazza ubriaca che fa sesso?", gli ha domandato il Pm. "Così, per ridere e scherzare", la spiegazione dell’imputato. "Lei sapeva che di essere filmata?". Risposta: "Ha visto che avevo il telefono, non mi ha detto niente". Il quale imputato, va precisato, non aveva fatto circolare il video, limitandosi a farlo vedere alla ragazza, che all’alba aveva ospitato a casa propria nell’attesa che smaltisse del tutto la colossale sbornia. Come detto, il video si presta a molteplici interpretazioni. Il linguaggio è a tratti scurrile, l’autore della presunta violenza appare indeciso sul da fare, poi cerca un profilattico. Quindi l’epilogo, comunque censurabile, di una serata balorda.