Il caso di un sieropositivo. Con precedenti penali e l’Hiv: "Fatemi restare"

Straniero chiede la protezione internazionale per rimanere a Ravenna "In patria cure costose e stigma sociale". Il caso finisce davanti al Tar.

Non uno stinco di santo, certo. Tanto che nel 2012 era stato arrestato ed era finito in carcere. Ed è lì che aveva scoperto di essere sieropositivo. Ora il protagonista di questa singolare vicenda amministrativa - un albanese a lungo domiciliato a Ravenna -, ha chiesto di potere rimanere in Italia perché nel suo Paese è difficile accedere alle cure; e soprattutto perché i malati di Hiv sono, a suo dire, segnati da uno "stigma sociale". Per la questura ravennate invece l’uomo non ha diritto al permesso di soggiorno proprio per i suoi pregressi penali "ostativi all’ingresso".

Chi ha ragione? Una questione finita davanti al Tar di Bologna il quale, attraverso una sentenza depositata nei giorni scorsi, ha stabilito che sarà il giudice ordinario a dovere esprimersi sul caso. E ha compensato le spese di lite per via della "peculiarità della vicenda". Tre mesi di tempo per fare partire la causa. Nel frattempo proveremo, attraverso la sentenza a firma de giudice Mara Bertagnolli, a raccontarvi cosa è successo.

L’uomo è arrivato in Italia una ventina di anni fa per raggiungere a Ravenna un parente e iniziare a lavorare come operaio. Una volta rimasto disoccupato, ha pure sviluppato una dipendenza per il gioco. Ma i problemi più grossi per lui, si sono manifestati quando in carcere ha scoperto di essere sieropositivo. Qualche anno dopo è stato rimpatriato: ma dopo pochi giorni è tornato: e ha pure fatto venire una familiare gravemente malata proprio per provare a curarla.

Ha però deciso di tornare con lei in Albania e di assisterla fino alla morte. Le difficoltà incontrate a suo dire nel curarsi per via dei costi troppo elevati, lo hanno infine spinto a tornare a Ravenna dove è finito di nuovo in carcere per scontare la sua pena. E quando è uscito, ha chiesto la protezione internazionale proprio per riuscire a curarsi.

a.col.