
L’accoglienza del Cau al Cmp. In alto il presidente della Regione Michele de Pascale
"I Cau abbinati ai Pronto soccorso sono stati fatti per ridurre i codici bianchi e verdi, e bisogna lavorare per renderli più efficaci". Se fossimo a scuola, il Cau al Cmp di Ravenna sarebbe stato rimandato. La Regione ha avviato una riflessione su queste strutture, alcune delle quali ritenute inutili o utilizzate in modo incongruo e poco efficace. Tra quelle su cui si apre una fase di ’aggiustamento’ c’è anche il Centro di assistenza e urgenza al Cmp, attivo dal 22 gennaio 2024. Ieri il presidente della Regione Michele de Pascale ha fatto chiarezza sulla questione partendo dal fatto che esistono tre tipologie di Cau. I primi sono "quelli che hanno sostituito punti di primo intervento o Pronto soccorso che avevano un elevato livello di inappropriatezza, in quanto erogavano prestazioni di bassa complessità con personale medico specialista che deve invece essere utilizzato per le prestazioni di emergenza urgenza" che è la tipologia che "indiscutibilmente ha funzionato meglio". Tra questi c’è il Cau al San Giorgio di Cervia, che dalla chiusura del punto di primo intervento (18 dicembre 2023) ha registrato 19.383 accessi.
La seconda tipologia di Cau sono quelli aperti in prossimità dei Pronto soccorso Dea con l’obiettivo di sgravarli dei codici bianchi e verdi e sui quali "il bilancio non è univoco in tutta la regione – ha detto de Pascale –. In alcuni casi hanno ridotto significativamente gli accessi al Pronto soccorso e la loro funzione è stata ben compresa dai cittadini, in altri non abbiamo registrato analogo effetto e dobbiamo quindi migliorare la risposta". Infine il terzo tipo sono i Cau aperti dove prima non c’erano né punti di primo intervento e né Pronto soccorso, che la nuova giunta regionale vuole ricondurre alle Case di comunità e alle aggregazioni funzionali territoriali dei medici di base.
Ma torniamo a noi, al Cmp, che rientra nella seconda tipologia. Ciò che emerge dall’analisi della Regione è che il Cau non è andato male, ma l’impatto è stato comunque inferiore alle attese, soprattutto sul Pronto soccorso. Al momento non si parla di chiusura, ma di trasformazione: si apre una fase di analisi, insomma, in cui si studierà cosa cambiare e come per arrivare all’obiettivo prefissato (ovvero, alleggerire il Pronto soccorso) o per dargli un’altra direzione. Dal 22 gennaio 2024, giorno dell’apertura, allo scorso 12 gennaio gli accessi sono stati in totale 26.408.
sa.ser