"Il Comune salva Faventia Sales attraverso Terre Naldi"

Padovani (Area Liberale) e Bertozzi (Fratelli d’Italia): "Conferisce le attività per evitare la liquidazione della partecipata, ma ha un costo"

Ancora grandi manovre intorno a Faventia Sales. Il prossimo consiglio comunale si troverà infatti a esprimere una delibera di indirizzo circa il futuro della partecipata Terre Naldi, per la quale si prospetta la liquidazione. Che c’entra Faventia Sales? A provare a dare una risposta sono i consiglieri d’opposizione Gabriele Padovani e Stefano Bertozzi, rispettivamente per Area Liberale e Fratelli d’Italia. Con loro anche Bruno Fantinelli di Forza Italia. "Lo studio commissionato a un professionista per la somma considerevole di 25mila euro prospetta infatti come possibile soluzione la scissione con conferimento delle attività di Terre Naldi".

La società a oggi si occupa di gestire gli affitti di quindici terreni di proprietà comunale, inoltre riscuote gli affitti dall’Università di Bologna per il corso di laurea in Viticoltura, oltre a una serie di contributi, per un fatturato complessivo di 264 mila euro.

La pozione che l’amministrazione sarebbe pronta a partorire dagli alambicchi prevederebbe dunque il passaggio delle attività di azienda di Terre Naldi, mentre i terreni e le strutture continuerebbero a rimanere di proprietà del Comune. Un colpo da biliardo che manderebbe contemporaneamente due palle in buca: "da un lato i 264mila euro del fatturato di Terre Naldi consentirebbero al magro fatturato di Faventia Sales – oggi stagnante intorno agli 800mila euro – di superare la fatidica soglia del milione di euro necessario per aggirare la norma della legge Madia che impone alle partecipate di toccare la settima cifra, pena la liquidazione". Dall’altro il solo dipendente rimasto a Terre Naldi potrebbe trasmigrare a Faventia Sales: un ultimo ’sopravvissuto’ "che consentirebbe alla Spa di avere così quattro dipendenti, e di mantenere in piedi un consiglio d’amministrazione di quattro componenti, dunque non superiori al numero di dipendenti totali – anche questo un dettato della legge Madia".

Su tutto aleggia una domanda: è necessaria una Spa per gestire 15 contratti d’affitto di terreni agricoli, per un totale di nove affittuari? Non potrebbe occuparsene un ufficio comunale? Nell’attaccamento dell’amministrazione verso Faventia Sales c’è secondo Bertozzi e Padovani qualcosa che trascende la logica, un’attrazione dai contorni mistici non spiegabile con le prassi delle amministrazioni pubbliche. Per Faenza Cresce e la parte centrista del Pd il complesso degli ex-Salesiani è probabilmente un luogo dell’anima, "peccato che per tenere in piedi quella Spa il Comune di Faenza debba sobbarcarsi un mutuo da 176mila euro oggi in carico a Terre Naldi, che con il conferimento della società all’interno di Faventia Sales rimarrebbe sulle spalle del Comune, proprietario dei terreni".

Bertozzi si lancia in un ultimo vaticinio: "Oggi il Comune è socio al 46% di Faventia Sales. Sono pronto a scommettere che con quest’ultima operazione le sue quote rimarranno comunque inferiori al 50 per cento. Se dovesse diventare socio di maggioranza a quel punto Palazzo Manfredi non potrebbe più nascondersi dietro la volontà degli altri soci per evitare la liquidazione di Faventia Sales. E vedrete che questo non succederà".

Filippo Donati