Il derby da discoteca finì in rissa

Nel luglio 2015 si fronteggiarono due gruppi di ravennati e bolognesi, che poi si vantarono su facebook

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Controlli della polizia a. Marina di Ravenna (foto di repertorio)

La serata in discoteca, a Marina di Ravenna, era finita in rissa. A fronteggiarsi, la sera del 19 luglio 2015, erano stati due gruppi, uno di Ravenna e l’altro di bolognesi. I quali si tradirono, pubblicando su facebook fitti dialoghi in cui rivendicavano il successo in quel derby fatto di pugni e schiaffoni: ’Ravenna perdona, Bologna ti bastona’, si vantarono sui social, agevolando le indagini della polizia. Per quell’episodio – una rissa aggravata con due feriti – furono indagati quattro ventenni e due minorenni. Cinque hanno già risolto la loro posizione in udienza preliminare. L’ultimo imputato, un bolognese oggi 25enne, difeso di fiducia dall’avvocato Maria Teresa Rizzo, è comparso ieri mattina davanti al giudice Natalia Finzi.

Sono stati sentiti alcuni amici del ravennate che ebbe la peggio – 20 giorni di prognosi, ma che a sua volta avrebbe utilizzato una spranga per farsi giustizia –, i quali di fatto non hanno riconosciuto l’imputato tra i partecipanti alla rissa, che si consumò in più momenti: dentro la discoteca, fuori e persino nel piazzale di un distributore di carburanti. Qui, infatti, sostavano i due pullman a bordo dei quali era arrivata per godersi la riviera una folta comitiva di giovani bolognesi, in tutto una cinquantina. Durante la serata in discoteca si incrociarono con alcuni ragazzi del posto. Per motivi mai chiariti – uno spintone, apprezzamenti sgarbati a una ragazza – partirono i primi colpi che, intorno alle 3 di notte, spinsero i buttafuori del locale a fare uscire alcuni di loro, e in particolare il gruppo dei ravennati. I quali, anziché tornarsene a casa, restarono fuori ad attendere. Almeno "un’ora, un’ora e mezzo" per capire "se ci facevano rientrare", ha detto uno di questi ieri in Tribunale.

Il secondo round andò in scena all’alba, una volta che tutti i giovani si trovavano all’esterno, tanto che le botte si trascinarono in più punti, dal chiosco di piadine, ai piazzali degli stabilimenti balneari, per concludersi nel parcheggio delle navette sulla statale 67. Qui, è emerso sempre ieri, un paio di giovani ravennati avevano inseguito la comitiva dei bolognesi, a loro modo di vedere "per chiarire".

Uno di questi, all’epoca 17enne, ebbe la peggio e finì in ospedale con un timpano perforato. Dopo una prima segnalazione ai carabinieri, il pullman dei bolognesi era stato fermato dalla polstrada in A14, sulla via del ritorno, e furono identificati i primi che avevano partecipato alla rissa. Facebook fece il resto, quando i bolognesi cominciarono a vantarsi tra di loro di quella notte di alcol e cazzotti. Il 2 luglio nuova udienza e altri testimoni per definire meglio il ruolo dell’ultimo coinvolto.

l. p.