Il figlio di Bulow si oppone: "Rischio concreto"

Nel cimitero i resti di Muti non ci sono più da quando nel 2017 la famiglia aveva deciso di disperderli al largo di Marina. La manifestazione si è poi spostata sotto al vicino monumento al Marinaio d’Italia. Quest’anno tra i circa quaranta partecipanti al culmine della cerimonia nessuno ha sfoderato saluti romani limitandosi al classico "presente!". Secondo la procura per chi aveva romanamente salutato due anni fa e per chi aveva sollecitato la selva di "presente!" richiamandosi al "camerata Ettore Muti", è ravvisabile la violazione della legge Mancino sul fascismo. E al di là del fatto che la risposta "presente!" possa avere o meno rilievo penale e che è plausibile che tutti l’abbiano pronunciata, nello specifico non è possibile attribuirla ad alcuno. Nessuna grana penale per loro insomma: lo stesso vale per il militante con maglietta inneggiante al Duce in quanto mai identificato. Ragioni che hanno spinto l’avvocato Andrea Maestri a chiedere al gip nell’opposizione all’archiviazione per la manifestazione di due anni fa, di acquisire i filmati registrati quella mattina dalla polizia per identificare tutti.

Analoga opposizione è destinata pure alla cerimonia dello scorso agosto: in questo caso il legale ha fatto presente che tra gli indagati ci sono quattro persone con pregressi grattacapi con la giustizia per istigazione a delinquere di stampo razziale, porto d’armi e uso di esplosivi: scenario che come tale alimenterebbe una preoccupazione specifica legata a una deriva fascista. Ed è proprio questo il filo conduttore dei vari esposti presentati contro la commemorazione di Muti da Carlo Boldrini – figlio del noto comandante partigiano e deputato comunista Bulow nonché legale rappresentante della consulta provinciale antifascista – attraverso il suo legale Maestri. A loro avviso, le modalità con le quali i militanti di destra si ritrovano per ricordare Muti, costituiscono violazione dei principi costituzionali e di tutte quelle leggi che puniscono chi esalti pubblicamente metodi e fatti del fascismo. Inoltre non si commemora semplicemente un defunto (Muti non è più sepolto lì) ma si esalta un esponente di primo piano del partito fascista che richiama militanti anche da province lontane. In buona sostanza secondo il legale, quella della procura è stata una lettura edulcorata dei fatti: esisterebbe cioè il pericolo concreto di riorganizzazione fascista di cui parla la legge Scelba.

a.col.