Il futuro di Fusignani: "Sì, potrei correre alle Regionali. Rilanciamo la E55"

Scontata la candidatura del vicesindaco, segretario regionale del Pri "La reggenza in Comune? Non importa se toccherà a me o no" .

Il futuro di Fusignani: "Sì, potrei correre  alle Regionali. Rilanciamo la E55"

Scontata la candidatura del vicesindaco, segretario regionale del Pri "La reggenza in Comune? Non importa se toccherà a me o no" .

"Sono partito alle 9.30 e non sono arrivato in tempo. Il mio ritardo dimostra la necessità di migliorare le infrastrutture". Comincia così - quando è già sulla via del rientro; verrà poi completata in un secondo tempo - la chiacchierata con Eugenio Fusignani, vicesindaco di Ravenna e segretario regionale del Pri, atteso ieri alle 11 a Bologna per una conferenza insieme ad esponenti di Azione. Formazione, quest’ultima, che con l’Edera punta a costruire una lista riformista in viste delle regionali (l’appello ad aderire è rivolto a +Europa e Psi), per appoggiare l’aspirante presidente de Pascale.

Fusignani, allora sarà candidato in consiglio regionale?

"Lo deciderà il partito. Avendo la responsabilità a livello regionale del Pri, non sarebbe una novità".

Insomma, è un sì. Quando verrà presa la decisione?

"Entro metà settembre saranno convocati gli organi di partito, per poi varare le liste e raccogliere le firme dal 15 settembre".

Senta, ma in conferenza stampa cosa avrebbe dovuto dire?

"Purtroppo sono rimasto bloccato due ore in A14. C’erano file da prima di Faenza, fino a Bologna Fiera. Non c’erano incidenti, quindi code ’normali’. E questo la dice lunga sulla necessità di ammodernare la rete infrastrutturale".

Nel Ravennate, da amministratore (magari a livello regionale), dove vorrebbe mettere le mani?

"La Romagna è l’area più penalizzata da queste carenze infrastrutturali. Ravenna è tagliata fuori dai grandi assi viari. Non si parla più di E55, ma serve un’infastruttura per collegarla rapidamente con il Nord Europa. Qui abbiamo fatto un investimento importantissimo nel porto, con i nuovi fondali e rilanciandone la competitività".

Regione Romagna o Provincia unica: come la vede?

"Vogliamo costruire l’Europa, figuriamoci se vogliamo dividere l’Emilia dalla Romagna. La Romagna deve essere un’area (città) metropolitana: rappresenta il 24% del pil regionale, ha tutte le carte in regola per chiedere di più, anche in termini di rappresentanza istituzionale".

La Romagna è poco rappresentata in consiglio regionale?

"Sì, e questo non va bene. Tra l’altro arriviamo da anni in cui sono stati ridotti gli spazi della democrazia - un errore il taglio dei parlamentari -: i costi della politica si riducono aumentando l’efficienza delle sue componenti".

I Radicali hanno annunciato un monitoraggio, a livello nazionale, delle società partecipate. Si possono ridurre gli sprechi intervenendo sulle partecipate cittadine?

"No, perché rappresentano un valido supporto per l’attività amministrativa, non un costo aggiuntivo".

Ipotizziamo che l’attuale sindaco, de Pascale, venga eletto presidente della Regione, e che lei fallisca l’approdo in consiglio a Bologna. A quel punto si aprirà una fase di transizione che dovrebbe gestire lei in qualità di vicesindaco. Pare però che il Pd storca il naso. Come se ne esce?

"I problemi si affrontando quando ci sono. Per me è importante non chi regge, ma quello che verrà fatto nei mesi di reggenza. Se toccherà a Fusignani, Peppino Bianchi o Giuseppe Verdi, non conta. L’importante è quello che si farà".

C’è qualche progetto che, viste come si sono messe le cose, non porterete a termine: rimpianti?

"Sono un po’ campanilista. Vivo a Castiglione di Ravenna: mi spiace non portare a compimento il progetto per definire l’utilizzo di Palazzo Grossi".

Luca Bertaccini