Il gelo falcia di nuovo l’agricoltura "Un’altra annata di grossi danni"

Si ripete il copione già visto nel 2020 e 2021 e a pagare il prezzo più alto saranno albicocche e pesche. Confagricoltura: "Le polizze assicurative non rispondono". La Regione: "Già partita una ricognizione". .

Il gelo falcia di nuovo l’agricoltura  "Un’altra annata di grossi danni"

Il gelo falcia di nuovo l’agricoltura "Un’altra annata di grossi danni"

È successo, di nuovo. Così come nel 2020 e nel 2021, delineando un copione allarmante. Dopo un marzo caldo, che ha indotto le piante a sviluppare gemme e frutticini, è arrivata la gelata. Si preannunciano danni da Filetto a San Pietro in Vincoli e dalla Bassa Romagna alla pianura Faentina fino alla collina per albicocchi, peschi, ciliegi e viti, ma anche mais e barbabietole. "Le zone frutticole del Lughese e del Faentino sono state le più colpite – dice Andrea Betti, presidente di Confagricoltura –, soprattutto pesche e albicocche erano in una fase di accrescimento importante. La Romagna ha l’unico Igp per le nettarine in Europa, ma di questo passo le aziende non riusciranno più a coprire i costi. Occorre fare qualcosa, o il sistema arriverà al collasso col rischio di perdere una produzione tipica locale". Il problema riguarda anche le assicurazioni: "Poche aziende sono riuscite a stipularle – aggiunge Betti –. Alcune compagnie non stipulano polizze antigelo perché la provincia di Ravenna si è dimostrata critica".

Nel tentativo di salvare il salvabile, ieri notte gli agricoltori hanno cercato di riscaldare le piante, usando "sistemi antibrina, pale e irrigazione sottochioma, che ’congela’ i frutti nel ghiaccio in modo che le temperatura per la pianta non scenda sotto gli 0 gradi – spiega Nicola Servadei, presidente dei frutticoltori Confagricoltura Ravenna –. Nella notte si sono visti anche fuochi, lanterne a pellet... E già nei giorni prima, in previsione, avevamo chiuso le reti antigrandine e dato la zeolite alle piante".

Il paradosso climatico, come sottolinea Coldiretti, è che "gemme e piccoli frutti erano già sugli alberi dopo un inverno caldo e secco, con il 30% di piogge in meno, che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura di 1,38 gradi in più al nord".

Le premesse sono pessime: "La sensazione è che gli effetti di queste gelate siano ancora più devastanti di quelle del 2020 e del 2021 – commenta Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna –. Vedere così tanti fiori, frutticini e germogli bruciati è un segnale inquietante. È il terzo anno su quattro con un fenomeno così impattante".

Nei campi è già iniziata la conta dei danni. Legacoop Romagna ieri si è dichiarata pronta "ad attuare la ricognizione e trasmetterla alle istituzioni". Anche la Regione si è già detta in campo: "Gli uffici hanno immediatamente attivato una ricognizione su tutto il territorio – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – e se, come purtroppo ipotizziamo, ci saranno stati danni alle coltivazioni ci attiveremo come avvenuto nel 2020 e 2021 per fare richiesta di delimitazione e di deroga al governo e al Parlamento a sostegno dei produttori colpiti". Infine il deputato leghista Jacopo Morrone dichiara che "come Lega ci attiveremo fin da subito sollecitando la Regione e l’assessore regionale Mammi a immediate quanto puntuali verifiche dei danni".

Sara Servadei