ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Il giallo dell’iniezione cervicale. Incertezze sulle cause di morte: no alla cremazione della 44enne

Dalla procura via libera al funerale ma respinte, per ora, richieste che compromettano la salma. Possibili dunque ulteriori accertamenti oltre a quelli dell’esame autoptico.

il malore si era manifestato subito l’iniezione cervicale fatta in un ambulatorio

il malore si era manifestato subito l’iniezione cervicale fatta in un ambulatorio

La procura ha dato il nulla osta al funerale di Marianny Mayling Campos Justianiano, la 44enne di origine venezuelana da anni residente a Ravenna e deceduta tra il 29 e il 30 aprile scorso in circostanze al vaglio della magistratura. Ha però negato il via libera alla cremazione e al successivo rimpatrio dell’urna nel paese sudamericano ritenendo evidentemente possibili, almeno sulla carta, ulteriori accertamenti medico-legali sulla salma necessari a fare luce sulla repentina quanto al momento inspiegabile morte della donna avvenuta a breve distanza da una iniezione cervicale.

Il pm Francesco Coco all’indomani dei fatti aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti dando incarico al medico legale bolognese Matteo Tudini di procedere con l’esame autoptico. Alle luce del diniego alla cremazione, è plausibile che non sia ancora emersa una precisa indicazione sulle cause della morte e dunque non è escluso che il consulente tecnico possa magari essere affiancato più avanti da un specialista in altro settore medico.

La madre della donna, tutelata dagli avvocati Giovanni Scudellari ed Eleonora Raggi, da qualche settimana si trova in città sia per le formalità di rito (ha compiuto un ulteriore riconoscimento formale della slama dopo quello fatto dal compagno della defunta) che per dare un ultimo saluto alla figlia.

Secondo quanto emerso finora, il malore si era manifestato subito dopo quell’iniezione cervicale fatta in un ambulatorio alle porte del centro di Ravenna. Poi il trasporto con l’ambulanza del 118 in pronto soccorso. E, da qui, in una clinica del comprensorio lughese specializzata in crisi cardiache: ma non c’era stato nulla da fare. Sono varie le ipotesi con le quali si dovranno cimentare gli investigatori della squadra Mobile incaricati dalla procura. Del resto ci sono varie ragioni a soffiare sul fuoco dei dubbi, a partire dall’eta: non certo tipica di malori improvvisi. Tanto più che - secondo quanto riferito da una amica e collega - Mayling era sana: non beveva e non fumava.

Da ultimo il tipo di iniezione eseguita: una pratica abbastanza comune contro il dolore cervicale (la defunta vi avrebbe ricorso con cadenza semestrale). E già un uso pregresso di questa tecnica, farebbe scartare ipotesi legate a un eventuale choc anafilattico.

Andrea Colombari