Il Giglio d’oro nella bufera

Parenti pronti a fare denuncia "Tutti in gruppo e il virus circolava"

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"Facciamo un augurio grandissimo a tutte quelle famiglie che hanno perso i loro cari in questa tragedia, e ci auguriamo che tutti i nostri cari, i vostri cari e tutti stiamo bene. E speriamo, e che Dio ci benedica tutti, va bene? Auguri". È il giorno di Pasqua, il 12 aprile, e le parole sono quelle di un’operatrice – senza mascherina – del Giglio d’oro, rivolte agli anziani ospiti, riuniti tutti insieme per il pranzo della festa. Il filmato gira tra i telefoni dei parenti degli ospiti della comunità alloggio, che in quel momento accoglieva 19 anziani: quelle immagini, inviate dai gestori, vogliono compensare l’impossibilità, a causa del virus, di andare a visitare i propri cari all’interno della struttura. In realtà l’effetto è l’opposto: tanto che diversi parenti ora si dichiarano intenzionati a sporgere denuncia proprio per quello che si vede nel video.

Nel filmato ci sono gli anziani a pranzo tutti assieme: seduti in tavoli di 45 persone, si accingono a mangiare. Dietro di loro ci sono due operatrici: una ha la mascherina abbassata sotto al mento, l’altra – che è quella che parla – non la indossa proprio, mentre si gira per rivolgersi agli ospiti. Eppure a quell’augurio era presente anche il virus: solo il giorno successivo, il lunedì di Pasquetta, sarebbe emersa la prima positività su un’anziana ospite che al momento del pranzo era già stata sottoposta al tampone come caso sospetto e in attesa dell’esito, sebbene non presente a tavola con gli altri. Ciò che stride nel video è anche la mancanza della mascherina da parte delle operatrici, e in particolare di colei che parla: già da inizio marzo era infatti obbligatorio indossarla per i lavoratori delle residenze per anziani, indipendentemente o meno che fossero stati riscontrati casi di positività all’interno della struttura. E proprio questa mancanza è ciò che ha lasciato sgomenti i parenti. Soltanto 24 ore più tardi al Giglio d’oro la convivialità e gli auguri erano solo un ricordo.

Nel giorno di Pasquetta, infatti, è arrivato l’esito positivo al tampone della prima ospite che ha manifestato sintomi, caso sospetto già alla vigilia di Pasqua: e da lì, ovviamente, è partita la ‘caccia’ dell’Ausl alle positività nella struttura, per contenere al minimo i danni di quel primo contagio. Nella giornata di lunedì, quindi, al posto degli auguri nella struttura c’erano gli operatori dell’Igiene pubblica, che hanno sottoposto al tampone tutti gli operatori e i 19 anziani ospiti. L’esito di quei test a tappeto furono 5 ospiti positivi (oltre al primo caso) e 3 operatori. Iniziò in quel momento la questione Giglio d’oro, unica struttura nel territorio comunale di Ravenna ad essere purtroppo finita tra le pagine di cronaca a causa dei contagi. Il ‘cluster’ ha registrato le ultime positività lo scorso 25 aprile, quando le pagine della cronaca cittadina riportarono i contagi di un’ospite, un’operatrice e uno dei responsabili della struttura. In totale nella comunità alloggio si sono ammalati 16 ospiti su 19 totali, di cui 3 purtroppo deceduti a causa del virus, oltre a 6 operatori. L’ultimo decesso è stato comunicato ufficialmente lo scorso 17 maggio, avvenuto nella mattinata o il giorno precedente. Attualmente il Giglio d’oro è ancora chiusa: a causa delle positività emerse tra i responsabili, i tre anziani rimasti (gli unici sani, perché i 16 contagiati erano stati portati negli ospedali di Lugo e Cervia per evitare il contatto con chi non aveva contratto la malattia) lo scorso 24 aprile sono stati portati alla Baccarini di Russi, dove attualmente si trovano 8 ospiti: 2 mai contagiati (un terzo ha cambiato struttura) e 6 guariti. Alcuni, purtroppo, sono ancora ricoverati.

Sara Servadei