Alfonsine, Bagnacavallo, Conselic sono luoghi che Giuliano Montaldo, il regista morto martedì a 93 anni, non ha mai dimenticato. Li aveva scelti nel 1975 per ‘L’Agnese va a morire’, storia di guerra, Resistenza, ma soprattutto di una donna che diventa staffetta partigiana. Durante le settimane di lavorazione erano nati rapporti profondi con la gente del posto, con le donne che partigiane lo erano state davvero, a partire da Viera Geminiani, nome di battaglia Minny. Avevano avuto un ruolo determinante durante le riprese, soprattutto di supporto alla protagonista, Ingrid Thulin, alla quale diedero tanti consigli. Le insegnarono anche ad andare in bicicletta, perché quello, come ha sempre ricordato Viera Geminiani, "proprio non lo sapeva fare". Con Viera il regista Montaldo era rimasto amico. "Una volta – raccontava qualche tempo fa la staffetta partigiana – era passato da queste parti con la moglie mentre andavano a Venezia. Si era fermato, era entrato in un bar per chiedere se mi conoscevano, poi era venuto a salutarmi". Nel 2010 era tornato a Ravenna in occasione della rassegna ’Il cinema della realtà’ di Fabrizio Varesco. Veniva proiettato il suo documentario ‘L’oro di Cuba’. Quando era entrato in sala, a Cinemacity, e si era trovato in prima file le staffette partigiane era stato un tripudio di abbracci e occhi lucidi. L’anno scorso gli era stata conferita a Roma la cittadinanza onoraria di Alfonsine.
a.cor.