Il Mausoleo aperto mezza giornata La direttrice: "Non c’è personale"

Orari ridotti per il tempietto dedicato a Teodorico, il Battistero degli Ariani e il Museo Nazionale. Nei giorni scorsi i lavoratori del Ministero in protesta in Prefettura: su 79 in organico ora sono 40

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Otto monumenti Unesco, due aperti tutto il giorno solo nel weekend. Non c’è abbastanza personale per tenere aperti mattina e sera sette giorni su sette il Mausoleo di Teodorico e il Battistero degli Ariani: tre anni fa i due monumenti erano aperti sempre, ora non più. "Nel 2019, prima del Covid, eravamo riusciti a mantenere aperture molto ampie – spiega Emanuela Fiori, direttrice del Battistero degli Ariani e del Mausoleo di Teodorico oltre che del Museo Nazionale e della Basilica di Sant’Apollinare in Classe –. Ora non più e sono sempre molto triste di dover dare queste risposte. Facciamo orari ridotti per la compagine di monumenti importanti che gestiamo, ma diversamente non si può fare e anche l’utilizzo di volontari Auser è consentito fino a un certo punto: deve comunque essere presente anche nostro personale".

Il Mausoleo di Teodorico è visitabile venerdì, sabato e domenica dalle 8.30 alle 19, mentre dal lunedì al giovedì è aperto solo dalle 8.30 alle 13.30. Copione simile per il Battistero degli Ariani, che accoglie il pubblico tutti i giorni dalle 9 alle 12 e solo il sabato e la domenica anche dalle 14 alle 17. Stessa sorte per altri monumenti e istituzioni che non sono patrimonio Unesco, quali il Palazzo di Teodorico (aperto solo il lunedì dalle 8.30 alle 13.30) e il Museo Nazionale (aperto martedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 19.30, il mercoledì dalle 14 alle 19.30, il sabato dalle 8.30 alle 17 e la domenica dalle 8.30 alle 14). "Tra i monumenti che gestiamo, l’unico che è sempre aperto è la Basilica di Classe – prosegue Fiori – che con San Vitale rientra tra le grandi chiese giustinianee ed è un santuario con componenti civili, storiche e religiose che vanno mantenute", e che infatti è aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 a eccezione di domenica e dei festivi, quando è visitabile dalle 14 alle 19.30 (per permettere lo svolgimento di messe e cerimonie). "È un gatto che si morde la coda, dobbiamo bilanciare il personale – dice Fiori –. Quando sono arrivata, nel 2015, c’era personale a sufficienza. Le nuove assunzioni di questi anni hanno compensato i primi pensionamenti, ma poi le entrate non sono più state abbastanza per coprire le uscite. Siamo sotto organico". Fiori spiega che il Covid è ciò che ha dato il colpo di grazia: "Abbiamo dovuto tenere a casa tutte le persone con fragilità, e nel frattempo tanti sono andati in pensione. Dall’inizio dell’anno già 3 persone sono andate in pensione, e un’altra lo farà a dicembre". Non aiuta il fatto che l’età media dei lavoratori sia alta, sui 58 anni. È in corso un concorso ministeriale per assumere addetti alla vigilanza, all’accoglienza e alla fruizione dei monumenti, "ma per la nostra provincia – aggiunge Fiori – sono previste meno persone di quelle che avevamo richiesto".

Lunedì Fp Cgil Ravenna, Cisl Fp Romagna e Uilpa hanno tenuto una manifestazione con i lavoratori del ministero della Cultura fuori dalla Prefettura di Ravenna per denunciare il problema della carenza di personale: "Hanno partecipato tanti lavoratori e siamo stati ricevuti dal viceprefetto aggiunto Pierluca Castelli, a cui abbiamo presentato le nostre difficoltà quotidiane" spiega Maria Angela Milandri di Cisl Fp. Tutta una questione di numeri, come sottolinea Milandri, che è anche coordinatore regionale Beni culturali per la Cisl. A livello nazionale infatti nel 2020 è stato approvato un organico di 18.936 dipendenti, ma al 31 dicembre 2021 erano 10.500 e ora sono circa 10.200. In Emilia-Romagna su 957 dipendenti i posti coperti sono 450. A Ravenna la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio dovrebbe contare su 79 lavoratori, ma sono invece 40. "E a breve diventeranno 37, per i pensionamenti previsti nei prossimi mesi – prosegue Milandri –. I dipendenti sono sottoposti a sforzi notevolissimi, ma comunque le aperture dei monumenti sono frazionate e a singhiozzo. Non solo, ma il Pnrr aumenterà il lavoro: occorrerà preparare i bandi e fare fronte alle autorizzazioni da rilasciare per gli interventi che verranno sottoposti all’esame della Soprintendenza. Le assunzioni che sono in programma non sono assolutamente sufficienti: chiediamo un impegno serio per un piano straordinario".

Sara Servadei