"Il mio paese, orfano di manutenzione"

Lo scrittore Paolo Casadio racconta il degrado di Godo di Russi: "La pulizia urbana ormai non esiste più. E le auto corrono troppo"

Migration

Quando prendemmo casa a Godo, circa trent’anni fa, il paesino aveva una buona offerta di servizi. Il declino che ha segnato tanti piccoli centri del forese ha colpito anche qui, e parecchie attività commerciali – alcune di pregio – hanno chiuso i battenti. Il declino, però, si evidenzia purtroppo nell’erogazione dei servizi essenziali per un centro abitato e la comunità che ci vive. Pur se è vero che le città non sono sporche ma vengono sporcate, e quindi è una questione di educazione, la prima vittima è la pulizia della viabilità urbana, che non viene più effettuata tranne per lo svuotamento dei rari cestini portarifiuti. Ai bordi dei cordoli si depositano sporcizia e rifiuti che degradandosi diventano terreno fertile per le erbacce.

Zone come il piazzale antistante la stazione, viale Baracca, l’intero sottopasso pedonale ferroviario non vengono pulite da anni. Le erbe spontanee colgono l’occasione e ornano cordoli e caditoie, raggiungendo dimensioni considerevoli. Ad aggravare lo stato di cose si è aggiunto il nuovo sistema di raccolta porta a porta: chi non sa come o dove consegnare i rifuti se ne sbarazza ai cassonetti, trasformandoli in discariche con intuibili rischi igienici. Accade poi che i giorni di funzionamento della discoteca Onyx vedano lo sbarco serale in stazione di gruppi di adolescenti che percorrono il viale e proseguono per via Sentierone. In andata sono solo toni sopra le righe, al ritorno – solitamente all’alba – è lo spettacolo deprimente di ubriachi che vandalizzano bar lasciando dietro di sé bottiglie frantumate di alcolici e superalcolici. Da anni non viene rinnovata la segnaletica orizzontale, determinando la scomparsa dei pochi passaggi pedonali su via Faentina e via Croce; i recenti lavori di Hera (rifacimento reti idrica e fognaria) in via Faentina, non eseguiti propriamente a regola d’arte, hanno lasciato una pavimentazione stradale colma di avvallamenti, gobbe, buche e scalini, tali da provocare nel diuturno traffico pesante - sempre più elevato – salti e scuotimenti di motrici rimorchi che paiono continui colpi di cannone. E sempre il traffico vede schizzare le automobili a velocità pericolosissime per un centro abitato: a nulla servono i tre box dei finti autovelox, i semafori automatici ormai abbandonati e tristemente sigillati da sacchi di plastica neri.

La mancanza di qualsiasi controllo, l’assenza di qualsiasi dissuasore meccanico – rotondine, isole spartitraffico in corrispondenza dei passaggi pedonali, cuscini berlinesi – rappresenta un invito a correre raccolto anche da chi vuole evitare gli autentici autovelox della provinciale e devia per il paese. Godo non è un paese per vecchi, ma neppure per giovani. È divenuto soltanto un paese orfano di manutenzione.

Paolo Casadio