Chi percorre la provinciale Bastia in direzione Sant’Agata-Lavezzola non manca di notare, nell’attraversare l’abitato di Giovecca, un villino posto sul lato destro della strada e che si presenta in uno stato di abbandono, con porte e persiane chiuse; quasi a volere racchiudere al suo interno un passato pieno di mistero. Una storia popolata di ombre sinistre – quella del villino Scardovi (nome del primo proprietario) – e che si allungano fino agli ultimi giorni di una guerra civile iniziata in Italia nel 1943 e che lo scrittore Giampaolo Pansa ha ripercorso nel suo libro ‘Il sangue dei vinti’. In questo suo volume Pansa, nel capitolo ‘Check-point alla Bastia’, ricorda nelle pagine 245-246 il posto di blocco predisposto dopo il 25 aprile dai partigiani sul ponte della Bastia di Lavezzola: il tutto per controllare le persone che vi transitavano nel ritornare dal nord Italia; con i repubblichini o presunti tali che, dopo essere stati individuati, venivano trasferiti in altri luoghi. "Uno – precisa Pansa nello stesso capitolo – era il villino di Lavezzola chiamato Villa Farnè. Il secondo stava a Giovecca, in un edificio chiamato casa Scardovi. Il terzo era la casermetta dei carabinieri di Voltana. Ma il mattatoio principale pare fosse alla Giovecca".
A pagina 252 di quello stesso libro, Pansa racconta l’episodio dei partigiani voltanesi che prelevarono nel maggio 1945 sei persone di Voltana fuggite a Calvatone (nel Cremonese) per evitare rappresaglie, e che in seguito vennero trasferite a Giovecca. "Nel pomeriggio del 22 maggio – scrive in proposito Pansa – il furgone con i sei sequestrati arrivò a Giovecca, a casa Scardovi, dove i 6 prigionieri furono picchiati a sangue. Verso le dieci di sera, qualcuno li vide uscire, con i volti sfigurati e le mani legate dietro la schiena. Li stavano portando tutti sull’argine del Santerno dove i partigiani li uccisero tutti".
Una vicenda, quella della casa Scardovi, che non ha mancato fin dal dopoguerra di essere accompagnata da episodi strani e inspiegabili, con lo stesso proprietario che nel tempo, e dopo aver acquisito la nuova titolarità dell’immobile, non è più riuscito a trovare nuovi acquirenti. Nel corso di tanti anni risulta inoltre come siano state ben poche le famiglie di inquilini ad avere abitato, pur per soli brevi periodi, nel villino Scardovi; per poi allontanarsene adducendo motivi poco comprensibili. Qualcuno a Giovecca continua addirittura ad affermare che quella casa sia popolato da strane presenze e che di notte vi si odano misteriose voci e rumori. E da almeno vent’anni rimane esposto su quell’edificio e in bella evidenza il cartello ‘In vendita’; un avviso che fino ad oggi non ha dato alcun esito positivo, forse perché quel villino è accompagnato da una notorietà così inquietante.
Renzo Rossi