PAOLO CASADIO
Cronaca

Il mondo dei cani e quello dei padroni: tante somiglianze

di Paolo Casadio

Il mondo canino ha due facce, simili a quello umano: la vita in famiglia e il momento dell’ospedale. Conosco persone che s’abbarbicano a qualsiasi appiglio pur di non essere costrette a varcare l’ingresso di un nosocomio e, si badi bene, non in qualità di pazienti ma in quello, assai sicuro, dell’accompagnatore. Perché ne temono la potenzialità letale, l’associano a sofferenza e morte, e tanto è diffuso il disagio psicologico da meritarsi persino un nome: nosocomefobia. Analogamente accade agli animali. I nostri sono seguiti dalla clinica veterinaria di Russi e, quando li si porta per le profilassi di rito oppure per qualcosa d’imprevisto, mi accade di notare quanto dicevo prima. Non importa la taglia, l’appartenenza, il pedigree o il sesso: ci sono cani tremebondi e altri impavidi, pastori tedeschi che paiono gelatine e Yorkshire pronti ad azzannare il mondo. Anche i miei si dividono: Jimmy osserva, tranquillo, e Milo sbudina e ansima in preda al terrore.

L’attesa mi permette d’osservare il vario assortimento padronale e sì, è vero, le somiglianze tra padrone e cane esistono. Forse per via del ruolo sempre più presente degli animali nella nostra vita, della loro funzione di antidoto alla mancanza di figli o nipoti, oppure a lenire solitudini esistenziali, o anche solo per abitudine di famiglia, ma si sviluppa un rapporto che spesso sfocia in similitudini comportamentali. Ritrovo, nel tempo dell’attesa, la curiosità d’osservare le sfumature dei legami, le carezze affettuose per rincuorare, l’apprensione percepibile, l’indispensabilità dell’esistenza del piccolo peloso la cui salute si sorprende minacciata. Poi tocca a noi, e la visita di regola la svolgo con il dottor Frederick Garnum con cui mi unisce l’anagrafe e il barbiere. E al proposito vale il detto “dottore anziano e barbiere giovane”, ovvero l’importanza dell’esperienza nella professione. E Fred, origini svedesi – ma parla pure il dialetto - esperienza ne ha da vendere. Trovo incredibile come i cani l’avvertano e non manifestino alcuna reazione nei confronti dell’uomo vestito di verde che li palpa, ne misura la temperatura rettale, li sforacchia per vaccini, prelievi e profilassi. E poi, devo dirlo, di questo naturalizzato romagnolo apprezzo l’affinità di vedute critiche, l’interpretare i cambiamenti della società con il metro solido di un’umanità desueta e tradita nelle sue speranze. Merce rara, oggi.