Ha trent’anni, è di origine marocchina ed è domiciliato a Lugo l’operaio agricolo Nkhili Soufiane, l’uomo che i carabinieri della Compagnia di Lugo hanno arrestato nella notte tra giovedì e ieri. Aveva da poco appiccato un incendio che ha distrutto due Fiat ‘Panda’ parcheggiate in via Risorgimento, l’ennesimo nella cittadina di Baracca. L’episodio si è verificato intorno alle 2.30, quando i militari hanno notato uno dei possibili autori spostarsi, senza apparente motivo, lungo le vie del centro a bordo di un monopattino. Il giovane si trovava a poca distanza da una delle due auto, sulle cui parti plastiche aveva cosparso alcol etilico, per poi appiccare il fuoco, riducendo a una carcassa anche una seconda vettura vicina. Inutile la repentina fuga e il rientro nella vicina abitazione (un appartamento in affitto in cui vive solo), visto che subito dopo i militari lo hanno arrestato in flagranza di reato, rinvenendo e sequestrando elementi utili per le indagini, a partire dagli indumenti indossati e dallo stesso monopattino utilizzato per spostarsi. Non è stato invece rinvenuto nulla di riconducibile all’incendio. Nel frattempo il tempestivo intervento di una squadra dei vigili del fuoco del locale Distaccamento ha impedito l’ulteriore propagazione delle fiamme ad altri veicoli parcheggiati nelle vicinanze. Al termine delle formalità di rito, il trentenne è stato portato in carcere a Ravenna, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. L’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Baracca, ha reso dichiarazioni spontanee dalle quali non sarebbe emerso un movente, tantomeno la complicità di altre persone.
Ora il compito degli inquirenti sarà dimostrare un collegamento tra quello dell’altra notte e i precedenti cinque raid incendiari registratisi in poco meno di due mesi: il primo nella notte tra il 5 e il 6 giugno in piazzale Tiziano, il secondo in vicolo Giaccari, il terzo in via Macello Vecchio, il quarto di nuovo in piazzale Tiziano e il quinto un mese fa in via Marescotti. Incursioni che hanno coinvolto 14 veicoli, alle quali si aggiungono le due dell’altra notte. Senza poi dimenticare i danni arrecati a facciate e porte di abitazioni nonché alle vetrine di un ex magazzino. Da tempo i carabinieri della locale Compagnia, supportati dal Nucleo Investigativo del Comando di Ravenna, avevano rafforzato la vigilanza nel centro di Lugo con servizi in abiti civili, a piedi o in bici, anche con un drone. Avevano altresì intrapreso un’attività di indagine, con l’ausilio di strumenti tecnici e collocando telecamere nei punti strategici della città. Avvalendosi del prezioso apporto dei colleghi del Ris di Roma, avevano tracciato, sulla scorta dei pregressi episodi incendiari, il profilo dell’autore, stringendo il cerchio su alcuni soggetti domiciliati in città.
Sono tanti i lughesi che, dopo sentimenti di preoccupazione mista a rabbia accumulati in questi due mesi, non appena appresa la notizia dell’arresto, hanno tirato un sospiro di sollievo. "Non ho mai avuto dubbi sul positivo esito delle indagini, coordinate dalla Procura, – ha dichiarato il prefetto Castrese De Rosa – che hanno richiesto tanto impegno, dedizione e professionalità. I nostri carabinieri erano da giorni sulle tracce di questo delinquente, ma occorreva procedere con cautela e a colpo sicuro. Dispiace per i cittadini lughesi che hanno visto le loro auto incendiate da questi gesti folli. (...) Esprimo e al colonnello Lachi, al capitano Friolo e a tutti i militari che hanno operato per il buon esito di questa delicata e complessa indagine la mia soddisfazione". Oltre a esprimere all’Arma "la nostra massima gratitudine", la sindaca Elena Zannoni ha espresso "massima vicinanza e solidarietà alle persone coinvolte", condividendo "il sollievo per quella che sembra essere la fine di un incubo. Ci tengo a ribadire che non si è trattato di criminalità organizzata e a ringraziare tutte le forze dell’ordine, il prefetto, la Polizia locale e tutti i cittadini lughesi che hanno collaborato al raggiungimento di questo atteso epilogo".
Luigi Scardovi