"Il portale? Mi ispiro a Dante e Francesco"

L’artista Mimmo Paladino stasera nella basilica illustrerà il lavoro che gli è stato commissionato. Appuntamento di Dante 2021+1

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L’artista Mimmo Paladino questa sera alle 21 sarà a Ravenna, nella basilica di San Francesco per illustrare quello che sarà il nuovo portale della chiesa che gli è stato commissionato. La regia visiva della serata è di Cesare Accetta, le letture dell’attrice Ginestra Paladino mentre la musica è affidata al violoncello di Francesco Dillon. L’appuntamento si inserisce nel programma del festival DANTE2021+1. Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e Confindustria Romagna hanno commissionato l’opera al celebre artista campano per donarla alla Diocesi. Un ulteriore omaggio alla città in occasione delle celebrazioni del VII centenario dantesco.

Paladino a cosa si è ispirato per il progetto?

"In questo momento mi sto dedicando all’elaborazione grafica, sto prendendo confidenza con lo spazio. Si tratta di un luogo mitico, ci vuole cautela. Mi sono ispirato al senso del francescanesimo, all’umiltà della terra, per questo ho pensato a un materiale fragile, ma che rimarrà in eterno".

Nei mesi scorsi, parlando dei materiali, ha citato la terracotta e la ceramica, è a loro che si riferisce?

"Sì, mi è sembrato avessero un legame maggiore con il luogo, un materiale semplice, piuttosto che il bronzo più retorico, arrogante. Ho pensato alla Porta di Lampedusa, al significato simbolico, a qualcosa che diventa altro, all’attenzione verso gli altri. Utilizzerò terracotte toscane e locali. La bottega Gatti di Faenza è quella a cui mi rivolgo per le mie terracotte, questo è un territorio nel quale mi trovo a mio agio".

Questo della basilica di San Francesco non è il suo primo lavoro collegato alla figura di Dante.

"Ho realizzato le illustrazioni di una nuova edizione della Divina Commedia e un film, sull’Inferno, appena arrivato alla fase di montaggio. Ci sono personaggi con una potenza di gran lunga maggiore rispetto agli altri, Dante è uno di questi. Anche Francesco era così, penso anche a un uomo come padre Pio, ho lavorato nella chiesa realizzata da Renzo Piano a San Giovanni Rotondo, un frate sconosciuto diventato popolare in tutto il mondo. Sono personaggi moderni, del nostro tempo".

Con Ravenna lei ha un rapporto antico, il suo ‘cavallo’ davanti al Museo d’arte della città ormai è parte integrante del paesaggio urbano, il suo nome è legato al Parco della Pace. Che rapporto ha con questa città?

"Mi piace, qui ci sono diverse mie opere, tra l’altro il cavallo è stato da poco acquisito dal Mar, diventando parte delle collezioni. Sempre al Mar nei primi anni duemila fu allestita una mia mostra sulle scenografie teatrali. Anche se in realtà la mia prima volta a Ravenna risale a molti anni prima".

Per il mosaico?

"Negli anni Ottanta arrivai a Ravenna nella bottega di Signorini, i miei primi tre grandi mosaici li realizzai qui. Ricordo che all’epoca per un artista concettuale solo l’idea di toccare un pennello era considerato un gesto sacrilego. Figuriamoci il mosaico. Io invece ero curioso e avido di toccare la materia, proibita per un’artista dell’avanguardia. I mosaici di Ravenna me li ricordavo bene,dai tempi del Liceo artistico a Benevento".

Annamaria Corrado