
Nicola Grandi è iscritto a Fratelli d’Italia
Dicesi ‘effetto Parthenope’ quello che si materializza nel momento in cui ci si trova a riconoscere che ‘era già tutto previsto’, come accaduto lunedì pomeriggio al candidato del centrodestra Nicola Grandi. "Mi aspettavo un Pd intorno al 40% dei voti – osserva il consigliere comunale – a impressionarmi di più è stato il risultato delle cinque liste alleate".
Consigliere, è lì che avevate sbagliato i calcoli?
"Sì, lo ammetto. Credevo che la loro coalizione si sarebbe fermata al 53%, invece sono andati parecchio oltre".
C’è da dire che i vari Mingozzi, Perini, Salimbeni, Monti e Lazzari avevano dato subito l’impressione di essere organismi composti di azoto, ossigeno e preferenze, non trova?
"In realtà avevamo anche noi ottimi candidati, come dimostrano i risultati".
Intende dire che ce li aveva Forza Italia: a destra hanno davvero brillato solo Ancarani ed Eleonora Zanolli...
"Sono stati i più votati, nulla da dire. Continuo a pensare che Fratelli d’Italia presentasse ottimi profili, benché nessuno con l’esperienza di Ancarani. Siamo un partito giovane, che deve ancora costruirsi una classe dirigente, e che in quanto a radicamento ha ampi margini di miglioramento".
Si dice che il piano del Pd sia di tenere fuori La Pigna dalle presidenze di commissione, in combutta con parte delle opposizioni. C’è del vero?
"Purtroppo esistono persone capaci di vedere dei patti di sangue o dei tentativi di ‘fare il biscotto’ anche solo se io e Barattoni ci incontrassimo per caso sullo scalone del municipio e ci salutassimo. Ecco perché il dialogo con la Pigna per noi è impossibile, almeno finché terranno questo atteggiamento, che è anni luce lontano dalla mia natura. Io sono un uomo del dialogo, non mi sentirete mai abbaiare contro l’avversario".
Fra cinque anni Fratelli d’Italia sarà ancora il primo partito, o quella parte di elettorato che è stata prima renziana, poi grillina, poi salviniana, veleggerà verso altri lidi?
"Il rischio semmai è che quella porzione di elettorato più mobile finisca con il non andare più a votare. Purtroppo vedo in giro gente rassegnata. Dobbiamo tutti scommettere sull’elettorato più giovane, candidare tanti ragazzi perché solo loro possono portare i loro coetanei a votare".
Eppure, con questa affluenza, vi basterebbe riportare alle urne un 10% di astenuti per mettere l’impresa a portata di mano. Quello che vi serve è un ‘Maradona elettorale’?
"Un candidato particolarmente riconoscibile potrebbe effettivamente fare la differenza. Ma c’è un altro tema: i soldi. Una campagna elettorale costa, e tanto, bisogna che ce lo diciamo a chiare lettere, altrimenti contro una macchina come quella del Pd saremo sempre costretti a rincorrere. In futuro il centrodestra dovrà cominciare a raccogliere fondi almeno un anno o due prima delle elezioni. E poi occorrerà unire le forze: da iscritto a Fratelli d’Italia vi dico che l’impegno messo in campo per me dai candidati di Forza Italia è stato commovente. Se ci fossero stati anche la Lega e una parte dei civici avremmo potuto avere una chance in più".