Il rapporto fra Dante e la musica Da scoprire sfogliando un libro

Alle 15.30 agli Antichi Chiostri la presentazione del volume ’Qualunque melodia più dolce suona qua giù’

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Oggi, alle ore 15.30, nella sala degli Antichi Chiostri Francescani di Ravenna (via Dante 4), verrà presentato il volume “Qualunque melodia più dolce suona qua giù” (Aska Edizioni) che inaugura la collana “Musicarum memoriae” e che raccoglie gli atti della giornata di studi organizzata alcuni anni fa a Montevarchi dalla Accademia Valdarnese del Poggio con il patrocinio della Società Dantesca Italiana e il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali. La presentazione del volume è stata organizzata da Andrea Maramotti, bibliotecario e docente dell’Istituto Verdi di Ravenna, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio che ha messo a disposizione la sala e il patrocinio del comitato ravennate della Società Dante Alighieri. Interverranno il curatore del volume Salvatore Dell’Atti, Franco Gàbici, Cecilia Luzzi, Andrea Maramotti, Piero Mioli, Lucia Navarrini e Lorenzo Tanzini.

Il volume, come si legge nella prefazione di Dell’Atti, si presenta come una sorta di “itinerarium cronologico” che conduce alla figura e all’opera di Dante che con la musica ha sempre avuto un feeling particolare. Anzi, secondo Pietro Giordani, Dante non sarebbe diventato “sommo poeta” se non avesse avuto "il gusto e la conoscenza grande di musica".

Boccaccio, nel suo famoso ’Trattatello’, scrive che Dante nella sua giovinezza "si dilettò in suoni ed in canti" e inoltre fu amico dei migliori suonatori e cantori del suo tempo, da Casella a Belacqua, due personaggi che immortalò nella sua Commedia. Alcuni studiosi sono anche del parere che Dante componesse poesie pensando che sarebbero state messe in musica e a questo proposito è molto significativo il passo della Vita nova nel quale Dante racconta che, in sogno, si fa consigliare da Amore su come rivestire di note le sue poesie prima di farle avere a Beatrice.

Infine, a ribadire lo stretto rapporto fra Dante e la musica, non va dimenticato che secondo Nicolò Tommaseo uno dei modi migliori di celebrare il centenario dantesco del 1865 sarebbe stato quello di affidare a musicisti il compito di mettere in musica i suoi versi. Nonostante la ricca produzione di studi sull’argomento, i saggi raccolti nel volume presentano nuovi spunti di indagine e nel loro insieme offrono "un excursus su aspetti, autori e produzioni con uno sguardo rivolto non solo all’Italia ma anche ad altri paesi".