SARA SERVADEI
Cronaca

Il rebus della sosta. Mancano posti auto gratis per pendolari e lavoratori

Piazzale Antico Lazzaretto, tra i pochi con le strisce bianche, è sempre pieno. Ma anche pagando in certe zone si fa fatica, come in via Anastagi.

Piazzale Antico Lazzaretto, tra i pochi con le strisce bianche, è sempre pieno. Ma anche pagando in certe zone si fa fatica, come in via Anastagi.

Piazzale Antico Lazzaretto, tra i pochi con le strisce bianche, è sempre pieno. Ma anche pagando in certe zone si fa fatica, come in via Anastagi.

Sarà che sono aumentate le auto in circolazione: nel 2014 in tutta Italia erano 37 milioni e dopo 10 anni nel 2024 sono passate a 41, secondo i dati dell’Aci. Sarà che le utilizziamo sempre di più, forse: perché le case in città hanno prezzi molto alti, e tanti quindi decidono di stabilirsi fuori, nel forese ad esempio, e si spostano tutti i giorni per andare al lavoro. Una cosa è certa: negli ultimi anni trovare parcheggio in centro - a pagamento e ancora di più gratuitamente, nella cinta esterna al cuore della città - è diventato sempre più difficile.

Partiamo da una delle aree di sosta più grandi a ridosso del centro, dove per giunta non si paga: il parcheggio Antico Lazzaretto, a cui si arriva da via Cilla. In un articolo pubblicato dal Carlino dieci anni fa si riportava che "i 238 posti sono occupati quasi sempre oltre il 70%". Ora la mattina si arriva sempre oltre il 100%: esauriti gli stalli c’è chi lascia l’auto accanto ai posti disegnati con le righe bianche, o lateralmente, con due ruote oltre il cordolo che delimita l’area verde. E non mancano mai alcuni caravan. Dal Comune fanno sapere che in via Cilla "le occupazioni del parcheggio nel mese di maggio 2025 risultano simili a quelle di maggio 2024". Poco lontano c’è Torre Umbratica, l’area di sosta più economica tra quelle a pagamento: 1,50 euro per tutta la giornata. Al mattino è spesso pieno per metà. Tutto attorno in questo momento ci sono lavori in corso: per questo motivo negli ultimi giorni sono stati rimossi un paio di parcheggi per l’occupazione di suolo chiesta dalla ditta che sta ristrutturando un palazzone privato che si affaccia sull’area (stesso motivo per cui, fino al 31 ottobre, sono inaccessibili anche alcuni posti auto in via Mura di Porta Serrata). All’interno del parcheggio di Torre Umbratica verranno anche recuperati dieci posti persi in via di Roma per il cantiere all’ex Amga: da tre mesi una fascia verde laterale è stata recintata, nel punto in cui si prevede che verranno creati. "Dal 2023 al 2024 si osserva un incremento nell’utilizzo del parcheggio di Torre Umbratica – dicono dal Comune –, mentre i primi mesi del 2025 hanno un utilizzo simile rispetto allo stesso periodo del 2024. Nei mesi estivi, solitamente fino a settembre, la domanda di sosta diminuisce, quindi si prevedono minori criticità". Una volta completati i cantieri nelle vicinanze, con la realizzazione e la ristrutturazione di appartamenti, è probabile che il traffico di auto in sosta a Torre Umbratica aumenterà.

Le strisce blu del parcheggio Rossi, in via Anastagi, sono quasi sempre piene. L’anno scorso qui sono anche spariti 12 posti: la parte di piazzale in cui si trovavano è di proprietà di un privato a cui il Comune pagava l’affitto, rinnovando il contratto ogni sei anni. Alla scadenza nel 2024 il proprietario ha deciso di non rinnovarlo.

Dall’altra parte del centro anche il parcheggio Callegari è sempre pieno oltre il 100%, con le auto disposte accanto alle file, fuori dagli stalli preposti. È invece spesso vuota piazza della Resistenza, più lontana dal centro e a pagamento: una scelta, quest’ultima, probabilmente dovuta al fatto che qui ci sono gli stalli per i camper, ma che di fatto sottrae un vasto parcheggio a poca distanza dal centro a pendolari e lavoratori.

Dal Comune spiegano che non sono previste modifiche o novità legate alla sosta, e spetterà alla nuova giunta tracciare la linea per il futuro. Il sindaco Alessandro Barattoni in campagna elettorale aveva proposto navette gratis per il centro: ora la palla passa nelle sue mani.

Sara Servadei