Il rebus Ortazzo Ortazzino: "Notificato dal Parco il diritto di riscatto, ma senza speranza"

Il liquidatore del gruppo che detiene la ‘Lido di Classe’: "L’immobiliare concesse la prelazione all’Ente Parco, non capisco perché si sostenga il contrario: ci sono documenti che parlano" .

Il rebus Ortazzo Ortazzino: "Notificato dal Parco il diritto di riscatto, ma senza speranza"

Il rebus Ortazzo Ortazzino: "Notificato dal Parco il diritto di riscatto, ma senza speranza"

"È un falso storico il fatto che sull’area dell’Ortazzo e Ortazzino l’Immobiliare Lido di Classe non abbia concesso il diritto di prelazione all’Ente Parco. Ci sono i documenti che parlano": il docente universitario e commercialista Roberto Mazzei (che fino a qualche anno fa ricopriva anche cariche pubbliche fra cui la presidenza dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) nella sua veste di liquidatore del gruppo romano Parsitalia al cui interno è detenuta la ‘Lido di Classe’, è rimasto allibito quando nei giorni scorsi ha letto il comunicato della Regione in cui appunto si metteva nero su bianco che all’Ente Parco "non era stato concesso diritto di prelazione" nel momento in cui la ‘Lido di Classe’ vendeva l’area alla Cpi Real Estate Italy.

"L’Ente Parco già ci ha notificato l’esercizio del diritto di riscatto, ma è un’azione che, a mio parere è senza fondamenta. E se si andrà in causa credo ci siano tutti gli estremi per definirla una lite temeraria, con tutte le pesanti conseguenze di spese a carico del soccombente. Non solo: anche con le giuste pretese di risarcimento danni da parte di tutte le società coinvolte. Ma al di là di questo mi auguro che si possa giungere a un accordo, ovviamente sgomberando il tavolo dall’espressa indicazione di valore di 437mila euro che non si comprende come salti fuori visto che l’area è stata ceduta nel suo complesso, non sezionata fra zona A, zona B e zona C". D’altronde il professor Mazzei ha facile gioco su questo fronte perché, come abbiamo a suo tempo scritto, sono agli atti le mail scambiate fra Immobiliare Lido di Classe ed Ente Parco e fra Ente Parco e Regione, Provincia e Comune di Ravenna a cominciare da quella del 9 novembre 2022 in cui Ente Parco "valutava la possibilità di esercitare il diritto di prelazione" e finire con quella 6 febbraio 2023, successiva alla scadenza dei tre mesi per esercitare il diritto, in cui Ente Parco ribadiva ancora la "manifestazione di interesse a esercitare la prelazione" lamentando però l’impossibilità di contattare il liquidatore della Lido di Classe, il commercialista Grimaldi.

Commenta Mazzei: "Una manifestazione di interesse che non si è mai trasformata in un esercizio del diritto: per noi sarebbe stato ben superabile il fatto che già da un mese erano scaduti i termini. Circa il discorso della non reperibilità del liquidatore era sufficiente inviare una mail a me o telefonarmi, il mio numero è sul curriculum in rete. Poi abbiamo capito la causa di una tale condotta: l’Ente parco non aveva i fondi".

Mazzei spiega poi come un anno fa si sia giunti alla cessione dei quasi 500 ettari dell’Ortazzo-Ortazzino. Come è ben noto, Parsitalia, dell’ex gruppo Parnasi, fu messa in liquidazione nel 2017 e il docente universitario fu nominato liquidatore. "Nel contesto della ristrutturazione del debito furono messi in vendita molti terreni, fra cui anche l’Ortazzo e Ortazzino detenuti dalla Lido di Classe che Parsitalia controllava al 100%. Quei 580mila euro, cifra peraltro convenzionale e non in relazione al valore, servivano anche per evitare la procedura esecutiva avviata da Ravenna Entrate e dal Consorzio di Bonifica per mancato pagamento di tasse. A noi vendere a Cpi Real Estate o al Parco era indifferente. Ben sapevamo che lì non si può tirar su un muro". E aggiunge una informazione finora non emersa: "Il giudice civile che aveva firmato il decreto di pignoramento sull’area su richiesta dei debitori, aveva disposto una perizia in cui l’area venne valutata sul milione e mezzo di euro". Di qui, quindi, il prezzo fissato per l’ulteriore cessione alla Gobbino srl di un milione e 60mila euro. Nell’estate scorsa le polemiche si fondarono molto sul certificato urbanistico allegato al contratto di vendita in cui il Comune indicava alcune aree dell’Ortazzo e Ortazzino come edificabili. "Certo, perché tali sono definite al catasto e il Comune, dopo i vari vincoli ambientali, ultimo dei quali l’inclusione nel Parco, non ha mai modificato per poter riscuotere l’Ici prima e l’Imu poi. Ma Cpi Real Estate non ha mai pensato di acquistare l’area per edificare. Si sapeva che non era possibile. L’affermazione contenuta nella nota della Regione – sottolinea Mazzei – è un’offesa alla professionalità di tutti coloro che hanno avuto parte negli atti di compravendita, fra cui anche due studi legali e i notai che hanno redatto gli atti: in sostanza la Regione li accusa di falso!".

Il liquidatore aggiunge anche che a settembre, quando si stava concludendo la trattativa con Gobbino srl e partiva la notifica all’Ente P+rco per il diritto di prelazione, si mise in contatto con il legale dell’Ente Parco dicendosi disponibile a un incontro con tutte le parti interessate. "Ma nessuno si è fatto vivo. E ora la notifica dell’azione di riscatto che per noi non ha fondamento giuridico. E per di più solo sulle zone A e B. E perché mai non anche sulla C? Una condotta incomprensibile".

Carlo Raggi