"Il riccio è morto per cause naturali"

Ghilana, il verdetto dell’istituto zooprofilattico regionale: "Non fu ucciso dai lavori del cantiere"

"Il riccio è morto per cause naturali"

"Il riccio è morto per cause naturali"

È morto per cause naturali il riccio rinvenuto settimane fa tra le macerie nel cantiere della Ghilana, dove era allora in corso la demolizione di alcune vecchie strutture agricole, al cui posto la cooperativa Coabi e un’altra impresa sono in procinto di costruire nuove unità abitative. A sancirlo è l’autopsia eseguita dall’Istituto zooprofilattico dell’Emilia Romagna, che ha evidenziato come il riccio fosse morto per cause naturali, "oltre 24 ore prima del ritrovamento", e non riportasse traumi da schiacciamento, bensì "focolai di consolidamento a livello polmonare", ascrivibili a un’infiammazione dell’apparato respiratorio. Il rinvenimento del corpo del riccio a fior di macerie, proprio in coincidenza con l’inizio del cantiere, aveva sin da subito sollevato molti dubbi.

Inizialmente alcuni cittadini – gli stessi che sostenevano l’esistenza di una presunta colonia di ricci alla Ghilana – dichiararono che i corpi di ricci emersi fra le macerie fossero tre, e non uno solo. Di altri ricci non fu però mai rinvenuto il corpo. Appurata attraverso le perizie di vari esperti, fra cui il veterinario Fabio Dall’Osso e il docente dell’Università di Bologna Dino Scaravelli, la non esistenza di una colonia di ricci alla Ghilana, l’autorità giudiziaria non ha ravvisato di dover bloccare il cantiere: le demolizioni delle vecchie strutture sono proseguite, monitorate in maniera pressoché costante da vari professionisti in ambito faunistico. Terminati i lavori, i Carabinieri forestali hanno certificato come sul posto non fossero presenti cadaveri di ricci o di altri animali. I forestali avevano effettuato un sopralluogo alla Ghilana e nei dintorni anche il 6 maggio, nel corso del quale furono nuovamente rinvenute mangiatoie colme di croccantini, le stesse attraverso cui dei cittadini avevano dichiarato di aver a lungo alimentato i ricci, nonostante si tratti di una specie selvatica – e che dunque per prassi non dovrebbe interagire con dei privati. Appurato che alla Ghilana non era presente alcuna colonia di ricci, la questione è lungi dall’essere conclusa: Coabi ha infatti intenzione di sporgere una denuncia per simulazione di reato, procurato allarme e calunnia nei confronti di alcuni faentini autori di post sui social network. "Quella della presenza di ricci alla Ghilana", commenta l’avvocato di Coabi Leonardo Colafiglio, "è a nostro avviso una teoria montata ad arte, costruita sulla base della pasturazione dei ricci nelle vicinanze del cantiere. Riteniamo di essere in presenza di fatti scientemente falsi: chi ha parlato della presenza di una colonia non poteva sostenere in alcun modo che alla Ghilana fosse residente una popolazione di ricci, peraltro mai documentata fotograficamente. La nostra ipotesi è insomma che si sia creata quella situazione con il preciso scopo di bloccare il cantiere".

A oggi non si ha notizia di animali deceduti a causa dei lavori, nonostante l’intromissione di un privato nel cantiere, che sul posto asserì di aver trovato il cadavere di tre ricci, poi rivelatisi uno solo. Lo stesso che, secondo l’Istituto zooprofilattico, è però morto per cause naturali, precedentemente l’avvio dei lavori, le cui foto furono diffuse sui social network.

Qui subentra la più grave delle ipotesi fatte da Coabi e cioè la simulazione di reato, dal momento che per la morte di quel riccio fu depositata una denuncia contro ignoti per uccisione di animali, all’interno della quale si parlava di "ricci uccisi dai lavori".

f.d.