LUCA BERTACCINI
Cronaca

Il ritorno alla vita: "Ho perso una gamba, non l’amore per il basket. Che emozione il premio"

Maurizio Minghetti, dirigente dell’OraSì, in giugno è stato vittima di un grave incidente stradale: "Mi hanno dato per morto 2-3 volte". Martedì ha ricevuto un riconoscimento per il suo impegno nello sport.

Ieri l’OraSì al gran completo ha abbracciato Maurizio Minghetti, 77 anni (foto Fabrizio Zani)

Ieri l’OraSì al gran completo ha abbracciato Maurizio Minghetti, 77 anni (foto Fabrizio Zani)

Ravenna, 15 dicembre 2023 – Quello di Maurizio Minghetti è un nome che a Ravenna fa rima con pallacanestro. Il dirigente-accompagnatore dell’OraSì Ravenna, squadra che limita nel campionato di serie B, martedì è stato tra i premiati al Pala De Andrè nell’ambito della manifestazione ’Sport valore comune’, nel corso della quale sono state riconosciute le eccellenze sportive del territorio. Minghetti però ha una storia molto particolare, perché la sua vita è cambiata la sera del 16 giugno 2023.

Minghetti, lei in sella al suo scooter stava rientrando da Forlì dopo aver visto la partita di basket tra Unieuro e Cremona, quando sulla Ravegnana ha avuto un incidente. I medici sono stati costretti ad amputarle la gamba sinistra. Oggi come sta?

"Decisamente meglio rispetto a quella sera. Sono in attesa di avere una protesi per iniziare a camminare. Dovrebbero darmela in primavera. A 77 anni per fortuna non è che debba fare chissà cosa (ride). Ora mi sposto sulla sedia a rotelle e utilizzando un deambulatore".

Cosa ricorda dell’incidente?

"Ero sulla Ravegnana, di rientro della partita a Forlì. Stava piovendo, andavo piano. Avevo superato Longana, poi sul rettilineo mi sono trovato due fari contro, quelli dell’auto che, come verbalizzato dai carabinieri, ha invaso la mia corsia. Poi mi sono ritrovato nel fosso".

Chi la soccorse?

"Mattia Bagattoni ed Enzo Spadoni, rispettivamente fisioterapista e prepatore atletico dell’OraSì, anche loro di rientro dalla partita. Mi hanno salvato la vita, perché la ragazza che guidava l’auto che mi è venuta addosso, non si era accorta di niente, essendole scoppiato l’airbag. Mi hanno detto che sono ’morto 2-3 volte’".

Nel senso che è andato in arresto cardiaco?

"Credo di sì. Non ho ricordi precisi, ma è una frase che ho sentito dai medici. Può darsi che mi abbiano rianimato".

Come è cambiata la sua vita da giugno?

"Ho passato 5 mesi in ospedale, prima a Cesena dove mi hanno operato la sera dell’incidente - provandomi a salvare il ginocchio - poi in Medicina a Ravenna e poi a Lugo per la fisioterapia. Il 7 novembre ho subìto un secondo intervento: mi hanno amputato la gamba sopra al ginocchio. Sto facendo la riabilitazione, che dovrò proseguire a Budrio quando mi daranno la protesi. Durerà due settimane".

Psicologicamente come sta?

"L’ho presa bene. Se avessi avuto 30-40 anni sarebbe stato diverso. Sto bene con la testa".

Quali emozioni ha provato ricevendo il premio?

"Ho passato più di 60 anni nella pallacanestro. Ho cominciato a giocare a 13 anni, essendo alto 1.88. Ho giocato, a Ravenna e altrove, fino a 27 anni, poi ho sempre allenato i giovani, prendendo anche il patentino per allenare al massimo livello".

Avrebbe voluto guidare una squadra in A?

"Visto il mio lavoro - sono stato direttore del cementificio cittadino Enichem (ora Barbetti), sarebbe stato impossibile. Certo, mi sarebbe piaciuto allenare magari in C, quello sì. Credo comunque di aver lasciato un buon ricordo nei ragazzi che ho allenato".

La riconoscono?

"Alcuni giorni fa ero in stazione per aspettare mio figlio, quando si è avvicinata la Polfer. Un agente mi ha detto ’ma tu mi hai allenato’. Lì per lì non l’ho riconosciuto, anche perché sono passati 35 anni. La stessa cosa con un maresciallo dei carabinieri a Marina Romea e con un ortopedico in ospedale. Tutti mi hanno detto: ’Ma tu mi hai allenato’".

Quello con l’OraSì è un grande rapporto d’amore.

"Sì. Sono rimasto in società come dirigente-accompagnatore. Seguivo tutti gli allenamenti. Quando avrò la protesi, tornerò a farlo".

Un giocatore sul quale scommettere?

"De Gregori, anche se a volte, vedi l’ultima partita, commette falli inutili. Nikolic e Bedetti sono esperti - come Panzini -: stanno facendo la loro parte".

Un coach che ammira?

"Quando era a Bologna ho avuto la possibilità di vedere come lavora Ettore Messina (attuale allenatore dell’Olimpia Milano, ndr): i suoi allenamenti erano uno spettacolo".