Il ritratto di Giuseppe, figlio di Giacobbe, nelle opere di Elvis Spadoni

Domani alle 18.30 nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo s’inaugura la mostra intitolata ‘Per un popolo numeroso’

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Cinque pale d’altare dall’altezza talvolta anche di sei metri e mezzo sono le protagoniste della mostra ‘Per un popolo numeroso’, dedicata alla figura biblica di Giuseppe l’Ebreo, che aprirà i battenti nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo domani pomeriggio alle 18.30. La mostra, a cura di Mattia Gallegati e del vicedirettore del Museo diocesano Giovanni Gardini, attraverso le cinque grandi tele realizzate da Elvis Spadoni, marchigiano da tempo operante a Santarcangelo, intende favorire una riflessione sulla fratellanza tra i popoli, a partire dalla vicenda biblica che vide un giovane tradito e rinnegato dai propri fratelli porsi alla guida di un popolo e portarlo all’emancipazione dalla schiavitù. Di chiaro impatto le pale d’altare di Elvis Spadoni, in cui domina il bianco degli stucchi depositati sulla tela, come a riempire di luce gli spazi attorno alle figure, quali quella del "madianita" che tende la mano al bambino – riecheggiando in qualche modo lo sfiorarsi delle dita della scena biblica della creazione dell’uomo – o nel ritratto di un notabile dell’antico Egitto, eseguito a partire dalla raffigurazione su tela di un pettorale in rame che Spadoni ha scolpito in bassorilievo nella realtà, appena prima di dipingerlo. Le cinque pale d’altare, posizionate l’una in corrispondenza dell’abside e le altre nelle cappelle laterali, sono dedicate ciascuna a una scena della vita della figura biblica al centro della mostra: il dono della tunica, Giuseppe calato nella cisterna, in dono del grano, il riconoscimento e il perdono, il ricongiungimento con la famiglia che credeva perduto il figlio.

"La vicenda di un uomo abituato a vedere la propria mente confrontarsi con i sogni – segnala Gardini –, attraverso i quali gli viene indicata una direzione che toccherà a lui interpretare". Per la chiesa di Santa Maria dell’Angelo, scrigno delle piramidi del Borromini che affiancano l’altare, diventata oggi una sede espositiva, il 2022 vedrà per la prima volta una programmazione annuale in fatto di mostre, che dopo quella di Spadoni riprenderanno il loro ciclo orientativamente in settembre. La mostra sarà aperta fino al 12 luglio, il giovedì, il venerdì e la domenica dalle 16.30 alle 19, mentre il sabato, oltre che nel pomeriggio, sarà possibile visitarla anche la mattina dalle 10 alle 12.30.

Filippo Donati