Il rock potente dei Ministri sul palco del Rock Planet

Appuntamento domani sera a Cervia con la band milanese "Finalmente torniamo a suonare dal vivo"

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Sarà il rock potente e provocatore dei ‘ Ministri’ a prendersi la scena domani sul palco del Rock planet di Cervia. Il gruppo milanese presenterà alcuni brani ù tratti dal nuovo album ‘Giuramenti’, in uscita a maggio. La band è composta dal cantante e bassista Davide Autelitano, dal chitarrista Federico Dragogna e dal batterista Michele Esposito.

Dragogna, siete pronti per la vostra prima data a Cervia?

"Siamo molto felici di poter finalmente tornare in tour senza limitazioni e restrizioni. Al Rock planet non ci siamo mai esibiti, però amiamo la Romagna e siamo certi che anche stavolta il pubblico ci insegnerà come ci si diverte. In più sul palco avremo qualche sorpresa".

Tipo?

"Suoneremo in anteprima alcuni brani inediti che faranno parte del disco in uscita a maggio. Inoltre, avremo finalmente la possibilità di suonare dal vivo i brani di ‘Cronaca nera’, l’ep uscito lo scorso anno e che purtroppo abbiamo potuto eseguire pochissimo durante i concerti proprio a causa delle restrizioni".

Il singolo ‘Scatolette’, con cui avete annunciato il tour, sembra indicare un cambio di direzione rispetto ai vostri ultimi dischi.

"Questo brano, come poi il nostro prossimo album, è nato lo scorso anno, nello stesso momento in cui abbiamo scritto l’ep. Rispetto a quello, però, è più malinconico e riflessivo, con arrangiamenti meno estremi, anche se in realtà durante i concerti acquista un’incredibile carica di energia".

Come descriverebbe il brano? "È una ballata amara, sconsolata e realista. È un tipo di registro sonoro che ci piace sperimentare ogni tanto. In questo pezzo mettiamo in mostra le contraddizioni che, già da prima della pandemia, hanno colpito il mondo della cultura nel nostro Paese. Purtroppo gli artisti e spazi come i live club sono spesso lasciati da soli da chi ci governa". Nel pezzo ‘Numeri’, invece, illustrate le problematiche del lavoro dei rider.

"Abbiamo usato il loro esempio come punto di partenza per ricordare a tutti che i numeri sono qualcosa che abbiamo inventato noi esseri umani, e che perciò nessuno di noi merita di essere trattato come tale. È un brano ricco di speranza".

Filippo Aletti